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Monti-Fornero tagliano…. ma i super-stipendi restano intoccabili!

di: Mariella Pompei - del 2012-05-04

Immagine articolo: Monti-Fornero tagliano…. ma i super-stipendi restano intoccabili!

(ph. progettoitalianews.net)

Da qualche mese, incessantemente si parla di disoccupazione, di ammortizzatori sociali, di suicidi, di persone che cadono in preda a crisi depressive perché non sanno come far quadrare i conti: luce, gas, affitti o mutui, spazzatura, acqua, ecc. Per non parlare dei costi esorbitanti nel mantenere l’auto, tra bollo e assicurazione, ultimamente incide in modo più massiccio anche il caro prezzo dei carburanti.  A tutto ciò non abbiamo aggiunto le spese alimentari, gli imprevisti vari, il far studiare i figli che per alcuni è diventato impossibile, e non dobbiamo ammalarci! In pratica cari italiani, siamo messi proprio male.

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  • Qualcuno ha la sfrontatezza ad affermare che dopotutto non va così male! Mi chiedo come si può avanzare una tale affermazione, così assurda e inverosimile. Tutti indistintamente, dall’operaio, al negoziante, all’impiegato, ogni mese si deve tirare stretta la cinghia per arrivare alla fine del mese.

    Non per additare sempre i due personaggi più famosi del nostro periodo “Monti e Fornero”, ma è proprio vero che per risollevare il paese è necessario operare ancora altri tagli e aggiungere altre tasse? Ebbene, forse un po’ di tagli effettivamente andrebbero fatti, ma non alle fasce più deboli, non infierendo ancora di più sui cittadini che già pagano le tasse, per non parlare dell’aumento di “poveri silenziosi”.

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  • Un sistema ci sarebbe e secondo me gioverebbe a tutti gli italiani e porterebbe un bel po’ di lavoro. Sul sito di un giornale online, abbastanza noto, nel mese di febbraio riportava la lista dei dirigenti più pagati in Italia. L’articolo cita questi dati: «Nella lista fornita, il più pagato è il Capo della Polizia, Antonio Manganelli con 621.253,75 euro annui lordi, seguito dal ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, a 562.331,86 e poi dal Capo dipartimento amministrazione penitenziaria Franco Ionta 543.954,42. Tra gli stipendi più alti anche il capo di gabinetto del ministero dell’Economia Vincenzo Fortunato (536.331,86), il direttore dei Monopoli di Stato Raffaele Ferrara (481.214,86) e alcuni dirigenti del ministero della Difesa: 482.019,26 annui lordi per il generale Biagio Ambrate Abrate, capo di stato maggiore della Difesa; 481.021,78 per il generale Giuseppe Valotto, capo di stato maggiore dell’Esercito; 481.006,65 per il capo di stato maggiore della Marina, Bruno Branciforte; 460.052,83 per il capo di stato maggiore dell’aeronautica, Giuseppe Bernardis, e 451.072,44 per Claudio de Bertolis, segretario generale della Difesa. Sopra i 400mila euro anche il presidente dell'Autorità di Energia e Gas Pier Paolo Bortoni, con 475.643 euro, il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli (462.642,56), e il segretario generale del ministero degli Affari esteri, Giampiero Massolo (412.560). Erano a 475.643 euro anche il presidente di Agcom e Antitrust (Calabrò e Pitruzzella), che hanno però già proceduto al taglio previsto dal decreto.».

    Non so voi, ma personalmente non riesco nemmeno a pronunciare queste cifre; e non come ha dichiarato un ministro per “invidia sociale”, bensì per una questione di coscienza che mi chiama in causa come cittadina. Provo un senso di mortificazione nei confronti di chi non ha un lavoro, di quei pensionati che in questi ultimi tempi si sono visti ridurre la pensione, di tutti quei lavoratori che lottano per uno stipendio dignitoso per sé e per i propri cari e per altro ancora.

    Lo sapevate che gli stipendi delle più alte cariche dello Stato e della classe dirigente in Italia sono tra i più alti in Europa? Per non parlare degli stipendi dei parlamentari! Proviamo a risolvere un problema: se riduciamo il numero dei manager di un buon 65% e riduciamo questi lauti stipendi da “nababbi” al restante 35%, quanti posti di lavoro si possono ottenere? Ancora, se riduciamo il numero di parlamentari di un 40% e si ridimensionano gli stipendi del restante 60%, quanti servizi per i cittadini si possono ricavare?  Da questi tagli, quante famiglie possono trarne beneficio?

    E se le tasse fossero eque nel senso che chi guadagna, per esempio, 20.000 euro l’anno, deve pagare la stessa percentuale di tasse di chi ne guadagna 500.000 euro l’anno? Tra l’altro non vi sembra che ci sia una notevole ingiusta distribuzione, una sperequazione sociale nei guadagni tra chi percepisce uno stipendio di 1.300,00 mensilmente (e si deve ritenere fortunato) e tra chi ne percepisce dai 7.000,00 euro, e anche più, al mese? È chiaro che in base alla tipologia di lavoro, al carico di responsabilità la differenza deve pur esistere e che non è peccato guadagnare di più, ma pongo l’accento che è peccato che uno stipendiato medio deve pagare le stesse tasse di chi percepisce una busta paga con tanti zeri.

    Allora sì che potremmo lanciare lo slogan: “Se tutti lavorano, tutti possono e devono pagare le tasse e coloro che non le pagano, sono parassiti”.  E se tutti lavorano, vivono meglio, spendono, pagano le tasse; forse potrebbe essere un inizio per risollevare l’economia della nostra amata Italia.

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