" I terremoti coprono tante cose e ne scoprono tante altre". Un viaggio all'interno di Poggioreale
di: Vito Balsamo - del 2016-09-16
Imbattersi nei ruderi di Poggioreale, spettrale eredità lasciata dal terremoto del Belice, è un’esperienza che incanta e lascia sgomenti. Perché come disse Sergio Zavoli all’alba del 15 gennaio del '68: "I terremoti coprono tante cose e ne scoprono tante altre". Quando i ruderi appaiono in lontananza, si schiude una visione d'inquietante bellezza: un presepe decadente sulle colline, una vera e propria città fantasma dai riverberi giallo tufo che ricordano l’acqua morta stagnante tra gli scogli.
L’accesso ai ruderi è sconsigliato da qualche cartello, ma in pratica è del tutto agevole: solo i rovi di more e le gigantesche ragnatele sembrano volerti trattenere al di fuori. Presto si è ai piedi delle antiche scalinate, dove si teneva la fervida vita. Oggi grazie alla nuova amministrazione si sta muovendo qualche foglia per recuperare un un ricordo dove i nostri nonni e genitori conservano i loro ricordi.