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“Alimentazione & Scienza”: infarti e alimentazione. Quando mangiar bene salva la vita

di: Dr Fabio Bavetta - del 2016-05-30

Immagine articolo: “Alimentazione & Scienza”: infarti e alimentazione. Quando mangiar bene salva la vita

In Italia 160.000 persone vengono colpite ogni anno da infarto cardiaco. L’incidenza della mortalità è del 38,7% per i maschi e 48,4% per le donne (dato ISTISAN - Istituto Superiore di Sanità). Secondo la stessa fonte, inoltre, basterebbe intervenire sui cosiddetti “fattori modificabili” (peso corporeo, abitudini alimentari e stile di vita) per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nel 32% degli uomini e nel 27% delle donne. 

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  • PERCHÉ PARLIAMO DI “ABITUDINI ALIMENTARI” E NON DI “DIETA”?

    Con il termine “Dieta” si intende un regime alimentare restrittivo, da adottare per un periodo limitato di tempo, volto alla perdita di peso. Perdita generalizzata, non mirata alla massa grassa. Una “Abitudine Alimentare” è qualcosa di sostanzialmente diverso. 

    Se andiamo a recuperare il significato originale del termine greco “dieta”, vedremo che NON indica una terapia dimagrante temporanea e occasionale, ma “un complesso di norme alimentari, esercizio fisico e riposo volte a mantenere lo stato di buona salute.” Adesso lo chiameremmo “Corretto stile di vita”. 

    IN CHE MODO L’ALIMENTAZIONE INFLUENZA LA MODULAZIONE ORMONALE?

    Gli ormoni maggiormente influenzati dall’alimentazione sono l’INSULINA, il GLUCAGONE e gli EICOSANOIDI. 

    INSULINA

    È chiamato anche “Ormone dello stoccaggio dei nutrienti ”. L’insulina viene secreta dalle cellule beta del pancreas dopo un pasto. Essa favorisce il passaggio dei nutrienti, soprattutto glucosio, all’interno delle cellule. Il glucosio è il carburante di muscoli e cervello. L’insulina è un cucciolo poco addomesticato. Favorisce il passaggio nelle cellule di tutti i nutrienti presenti nel sangue. 

    Se il carico di glucosio del pasto che abbiamo fatto è adeguato, allora l’insulina farà arrivare alle nostre cellule la giusta quantità di carburante. Se, invece, il carico è troppo elevato l’insulina trasporterà all’interno delle cellule un eccesso di glucosio.

    L’organismo provvederà, quindi, a trasformare questo eccesso in grasso e ad accumularlo in seguito nel tessuto adiposo. Un’alimentazione adeguata, quindi, non solo deve fornire la giusta quantità di carboidrati, ma deve prevedere anche quelli con un carico glicemico basso, o moderato, per evitare picchi di insulina. 

    GLUCAGONE

    È l’ormone antagonista dell’insulina. Esso svolge la funzione opposta: favorisce, cioè, l’utilizzo delle riserve energetiche cellulari. Il glucagone viene secreto principalmente quando mangiamo cibi proteici. Con l’aumento del rilascio di glucagone aumenta l’utilizzo delle riserve di grassi a scopi energetici.  Corrette abitudini alimentari agiscono sull’asse insulina-glucagone, modulando il rilascio di questi ormoni. 

    EICOSANOIDI

    Conosciuti anche come “Superormoni”, gli eicosanoidi sono agenti biologici che regolano moltissime funzioni organiche.  Appartengono a questa categoria le Prostaglandine, le Prostaciciline, le Lipossine, i Trombossani e i Leucotrieni. Gli eicosanoidi regolano, con attività spesso opposte tra loro, il sistema cardiovascolare, la coagulazione del sangue, la funzione renale, la risposta immunitaria, i processi infiammatori e numerose altre funzioni.

    Da qualche anno l’attenzione si è spostata sugli acidi grassi essenziali (EFA) omega-3 e omega-6, sottolineando la loro importanza nel favorire la sintesi di eicosanoidi “buoni” a discapito di quelli “cattivi”. 

    Da una visione generale dei processi infiammatori si può fare la classica distinzione tra eicosanoidi buoni (derivanti dagli acidi grassi omega-3) che inibiscono il processo infiammatorio ed eicosanoidi cattivi (derivanti dagli acidi grassi omega-6) che favoriscono, invece, i processi infiammatori.

    E' bene chiarire, innanzitutto, che la distinzione tra eicosanoidi buoni e cattivi è una forzatura, poiché entrambi esercitano funzioni essenziali per l'organismo. 

    A certi eicosanoidi può essere attribuito l'aggettivo "cattivi" solamente se presenti in concentrazioni elevate non fisiologiche. Per favorire il giusto equilibrio tra eicosanoidi “buoni” e “cattivi”, una alimentazione adeguata deve fornire omega-3 e omega-6 nel giusto rapporto. 

    BENEFICI DI UNA CORRETTA ABITUDINE ALIMENTARE

    Un adeguato flusso di nutrienti nell’arco della giornata aiuta a: - ridurre le patologie correlate a sindromi metaboliche (patologie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2, obesità). - avere maggiore lucidità mentale. Il cervello, a differenza dei muscoli, non ha riserve energetiche, per cui ha bisogno di un flusso regolare di glucosio. - avere migliori performance fisiche.

    Stabilizzando i livelli di insulina e glucagone, l’organismo viene messo nelle condizioni ottimali per utilizzare le riserve di grasso a scopi energetici. - ridurre il desiderio di dolci e la fame compulsiva, conseguenza di una cattiva modulazione ormonale di un pasto non bilanciato. - migliorare l’aspetto fisico, in termini di riduzione di massa grassa, riduzione della ritenzione idrica e aumento della massa muscolare. 

    Dr. Fabio Bavetta - Educatore Alimentare.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025