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La rubrica del giovane veterinario. Alla scoperta dei pappagallini ondulati

di: Giuseppe Spina - del 2013-11-15

Immagine articolo: La rubrica del giovane veterinario. Alla scoperta dei pappagallini ondulati

In questo numero della nostra rubrica sugli animali da compagnia ci occuperemo dei Pappagallini Ondulati. Essi sono gli uccellini più presenti nelle nostre abitazioni.  Appartengono all’ordine Psittaciformes e alla famiglia degli Psittacidiae.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  •  Sono animali di piccole dimensioni, la loro lunghezza è di circa 17- 20 Cm, con becco forte e robusto, curvo verso l’interno e occhi vivaci e simmetrici sia rispetto al becco che alla fronte e alla nuca; tutto ancorato su una testa convessa, larga e rotonda sulla quale è presente una maschera costituita da 6 piccole macchie tondeggianti sulla gola equidistanti tra di loro. le loro zampe sono robuste e prensili.

    La loro coda di lunghezza metà dell’intero corpo  termina con due lunghe penne. Il loro straordinario piumaggio brillante e vivace, a macchie scure ben definite, può andare dal verde al giallo e dal  blu al viola.  In virtù del colore del loro piumaggio si identificano diverse varietà: verde chiaro, scuro, oliva e grigio verde; azzurro cielo, cobalto o malva; viola; gialli; bianchi e opalini.  

    Ad ognuno di questi colori corrisponono poi   vari disegni sulla testa e sul dorso che rendono unici e straordinari ognuno di questi soggetti. In questi animaletti è chiaro dopo i 6-7 mesi di età il dimorfismo sessuale ovvero le differenti caratteristiche di maschi e femmine, legate al diverso colore della cera che attornia le narici: blu o azzurra nel maschio; color beige o marrone nella femmina.

    Nei soggetti molto giovani e in quelli albini (bianchi) o lutini (gialli) anche adulti, di ambo i sessi, il colore della cera è rosa intenso. Inoltre le femmine hanno un carattere più tenace e battagliero mentre i maschi sono più timidi e remissivi.

    Pertanto in questa specie chi volesse tenere due esemplari senza imbattersi in frequenti nidiate farà bene a procurarsi due maschi, che convivranno serenamente, a differenza delle femmine che invece trascorrerebbero la loro esistenza sempre in lotte nervose ed estenuanti.

    Le cocorite non producono alcun motivo melodioso caratteristica di altri uccelli da gabbia come i canarini o i cardellini, ma soltanto dei  suoni, dagli insistenti “cicicicicicicici” quando avvertono qualche pericolo e vogliono minacciare l’avventore, a suoni più dolci come di soave chiacchiericcio quando sono tranquille in ambienti a loro noti.

     La loro alimentazione si basa su semi in particolare: scagliola, miglio e avena da associare a dei pastoncini all’uovo o al miele diffusi sul mercato.

    Essi non disdegnano spighe di panico bianco, frutta e verdura ben lavata e asciutta, fette biscottate, pane raffermo e talvolta vari tipi di formaggio.  Questi pennuti vivono bene sia in coppie che in gruppi costituiti da numerosi soggetti a patto che il numero dei maschi sia uguale o superiore a quello delle femmine.  

    Queste ultime, depongono le uova a giorni alterni  dopo qualche giorno dall’accoppiamento, in numero generalmente variabile da 3 a 6 all’interno  di un nido (meglio se in legno) di quelli presenti in commercio, con fondo leggermente concavo senza altro materiale al suo interno.

    Queste uova rosa appena deposte, se feconde, vireranno al bianco, schiudendosi a giorni alterni dopo 17-21 giorni di cova. I piccoli sono nudi e con gli occhi chiusi, alimentati ogni 2 ore, cresceranno molto in fretta, mettendo prima un piumino bianco e poi quello colorato, iniziando ad affacciarsi dal nido già dopo 4 settimane.

    Al loro sostentamento oltre alla femmina provvede attivamente anche il padre.  Durante il periodo riproduttivo i loro fabbisogni aumentano e oltre al pastoncino bisogna fornire loro l’osso di seppia utile a limare il loro becco e allo stesso tempo preziosa fornitura di calcio per il loro organismo.

    Pur essendo molto resistenti questi pennuti spesso cadono vittima di alcune malattie in specie quando li costringiamo a vivere in condizioni non consone alle loro esigenze. Una di queste è la Scabbia, causata da Acari che si sviluppano con semplicità quando si trascura la pulizia di gabbie, posatoi, mangiatoie etc, che provoca croste e lesioni diffuse agli arti inferiori, e attorno al becco potendo anche causare la morte dell’animale.

     Altra patologia molto pericolosa è quella comunemente definita  “ pica”   che consiste in una autodeplumazione dell’animale che può dirigere l’asportazione delle piume anche nei confronti dei nidiacei. Essa può essere causata da svariati fattori come la solitudine, l’alimentazione scorretta, micosi o acariasi e stress di vario genere che alterano la regolare crescita delle piume.

     Particolare attenzione va riposta anche nei confronti della “muta francese”, della “coccidiosi”, della “clamidiosi” e delle svariate patologie di tipo nutrizionale per la diagnosi delle quali è quanto mai necessario un consulto presso un medico veterinario.  

    Le regole principali perche questi animaletti siano a loro agio è di sistemarli in ampie gabbie o voliere rette e senza ghirigori, dotate di cibo e acqua fresca con condizioni di luce e temperature  simili a quelle caratteristiche delle nostre zone ( facendo attenzione solo a quei brevi periodi in cui le temperature si avvicinano o scendono sotto lo 0) evitando il sole diretto specie nelle ore più calde e le pericolosissime correnti d’aria.

     In definitiva possiamo certamente dire che questi simpatici pennuti, se tenuti in condizioni ottimali riusciranno a dare grandi soddisfazioni; per il loro carattere socievole, per le variopinte livree e per le loro straordinarie capacità riproduttive. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025