Quando il torneo di calcio in spiaggia al Lido Castelletti era il nostro "Mondiale"
di: Ninni Confalonieri - del 2014-07-05
Sono iniziati i Mondiali di calcio in Brasile e le televisioni ogni giorno trasmettono immagini di questo bellissimo e variegato Paese con i suoi costumi, colori e tradizioni, le spiagge di Ipanema e Copacabana trasformate in campi da Beach Soccer. Si dice che i Brasiliani abbiano inventato questo sport. Da anni ormai esiste il circuito dei campionati mondiali del calcio in spiaggia, in Italia esiste un campionato italiano di serie A e di recente a Catania si è disputato la prima tappa dell 'Euro Beach Soccer League 2014. Inevitabilmente e, con molta nostalgia, i miei ricordi ritornano indietro di almeno 38 anni…
“Si avvicinava l’estate e noi, ragazzotti adolescenti, non avevamo dubbi su come avremmo trascorso le giornate estive senza annoiarci: ci aspettavano lunghe ed interminabili partite sulla spiaggia dell’Acropoli, su un campo delimitato dagli zoccoli di legno “pescura”, i cannizzi per pali, dove la mattina chi arrivava oltre le 10,30 poteva rimanere a fare lo spettatore o la riserva in caso di infortunio. Si giocava a “campu ranni” se eravamo in tanti o a “porti nichi” sul bagnasciuga se eravamo in pochi. Solo chi portava il pallone, il mitico “Super Santos” aveva diritto a giocare: tutti gli altri ci dividevamo a “paru e sparu” in due squadre omogenee.
Per noi era un allenamento quotidiano che ci serviva da preparazione per i tornei che si sarebbero organizzati nel mese di Agosto nelle spiagge di Triscina e Selinunte, tornei che coinvolgevano appassionati e non, giocatori e semplici spettatori che intorno alle ore 19,00 si sistemavano lungo le linee che delimitavano il campo, con sommo dispiacere dei villeggianti che alle 18,45 venivano “invitati gentilmente” a sgombrare il campo.
Il nostro primo torneo ufficiale nel 1976 o 1977 lo facemmo a Triscina nel mitico “Lido Castelletti” e fummo ingaggiati dall’ Ing. Ampolilla che pensò bene, pur di giocare, di crearsi una squadra di giovani (età media 15 anni) dove lui “pensava di fare e disfare a suo piacimento”. Chiamò la squadra “ATTEONE” nome mitologico greco di un valente cacciatore le cui gesta sono scolpite su una metope del Tempio E di Selinunte, ma ben presto lo convincemmo che era meglio giocare spezzoni di gara a risultato acquisito.
A Triscina ci chiamavano i “ragazzini terribili” e non venivamo visti di buon occhio considerato il campanilismo esistente tra Triscina e Selinunte. Vincemmo il torneo battendo pure la Vecchia Triscina, squadra considerata favorita composta da elementi che avevano il doppio dei nostri anni e che facevano della forza fisica la loro arma migliore.
L’anno successivo, se non ricordo male, ci ripresentammo sponsorizzati da Cola Matteucci “lu Presidenti” e ricordo che le trasferte le facevamo a bordo del suo battello da pesca. Anche in quell’anno vincemmo, solo che qualche simpatizzante Triscinaro, stizzito per la seconda sconfitta consecutiva, pensò bene di rompere la coppa del 1°posto.
Anche a Selinunte, grazie all’interessamento di Tommaso Crispino, del Prof. Monterosso e di altri che si avvicendarono negli anni si iniziarono ad organizzare i tornei fino alla fine degli anni 90 davanti al Lido Tintarella o nel solito campo dell’Acropoli all’altezza della vecchia piattaforma di cemento. In questo caso era Triscina che si presentava con una squadra da battere…..ed in una occasione riuscì anche a loro di vincere il torneo.
A metà degli anni 80, partì anche il torneo in notturna al “Lido Selene” e ricordo che spesso, dopo la partita di Selinunte, ci mettevamo in macchina per andare a giocare un’altra partita: erano veramente altri tempi!!
Lungo la costa molto conosciuti erano anche i tornei di Tre Fontane e di Porto Palo dove in quest’ultimo si giocava con le scarpette da ginnastica in un campo misto di “rina, tufo e pietruzze”. Dal 1991 al 1995 fu la volta dello Scaro ad accogliere le competizioni e dopo……………buio totale”.
Sono sicuro che oggi, tanti Over 50 leggendo questa pagina si ricorderanno di quei tempi vissuti allegramente e da protagonisti. Non ho voluto fare nomi, per paura di scordarne qualcuno ma ci tengo a ricordare tre amici che, scomparsi prematuramente, non potranno mai leggere questa pagina: due erano entrambi portieri, uno per vocazione Peppuccio “Popò” Ferraro, l’altro per diletto Maurizio Vignola. Il terzo, Gioacchino Tumminia giocava da difensore.