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"Vorrei essere una sirena e intanto sogno una piscina a Castelvetrano". Intervista ad una giovane istruttrice

Il suo sogno: una piscina a Castelvetrano per insegnare nuoto ai bambini

del 2014-01-05

Cristina Villaverde nasce come figlia d'arte di un uomo che ha un'esperienza  trentennale (se non di più) del mare.  Giacomo Villaverde. Istruttore di A.R.A. SSI che le ha fatto indossare un  autorespiratore ad aria a poco più di 12 anni! E Cristina ancora adolescente  mentre tutte le sue coetanee pettinavano le bambole, esplorava i fondali marini  divertendosi con le bombole!  

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  • Più di un padre, il suo mentore, il suo maestro di vita e di mare. Colui che  le ha trasmesso i geni come istinto innato e che crescendo l'ha plasmata  tirando fuori la magia che si sprigiona tra lei e il mondo acquatico nel  momento in cui entrano in contatto visibile a tutti coloro i quali hanno il  privilegio di ammirarla come fosse un delfino o una sirena quando è libera di  esprimersi nel suo elemento!    

    La Dott.ssa Villaverde (informatore medico-scientifico) consegue prima il  brevetto open I livello SSI e si dedica alle immersioni subacquee esplorando i fondali di Selinunte,Porto Palo di Menfi, Torretta Granitola, e altro, poi  consegue il titolo d'Istruttrice nuoto Fin I livello (adulti e bambini) e si  specializza in nuoto neonatale (0/3 anni) con metodo Giletto conseguendo 3  livelli di specializzazione diventando Baby Swim Trainer e Baby Swim Instructor  che per passione pratica l'apnea pura e la pesca in apnea.  Una vera rarità in questo mondo. L'unica ragazza in tutta la Sicilia Occidentale che si mette un arbalete (fucile per pesca in apnea) in mano e va  per mare a caccia di cernie...ricciole, leccie, spigole, orate, corvine e  dentici....e se capita, pure tonni!

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  • Spesso le han chiesto "cos'è il mare per Cristina Villaverde?"  Ha sempre risposto che è difficile da riassumere in un concetto unico e  finito, perché il mare per lei è innanzitutto fonte d'ispirazione assoluta, e  poi è l'amante perfetto, che non significa quello più fedele perché la prima  cosa che suo padre le ha insegnato è il rispetto che deriva dal timore per il  mare. Il mare va temuto prima di tutto! Rispettato. Amato e Sofferto allo  stesso tempo. Chi lo ama porta i segni indelebili sulla propria pelle. E lei ne  è un esempio! Ma in mare si fa esperienza, e così dev'essere per poterne avere  rispetto. Il mare fortifica lasciandoti i segni addosso..  

    Ma è capace anche di guarire ogni cosa, di sanare ogni ferita fisica o mentale  che sia! è l'amico ideale che sempre ascolta paziente e non si lamenta mai. Il  mare è capace di avvolgerti e confortarti tra le sue acque, di amarti ma alo  stesso tempo sa anche tradirti. Questo è il motivo per cui va temuto. 

    Perchè l'apnea? Immergersi in apnea per me (paradossalmente) significa respirare. Trattenere  il fiato per far 'respirare' la mente. Quando scendo in apnea siamo soli. Io e l'Immenso Blu. Lontani dalla realtà  quotidiana e in intimità profonda. Ci si immerge in apnea per vivere quasi  un'esperienza mistica ai confini dell'immaginazione come una sorta di preghiera  di purificazione dell'anima. Chi (come me) viene dalla scuola Apnea Academy sa che il nostro 'Maestro'  (Umberto Pellizzari oltre che pluricampione mondiale è il fondatore di questa  scuola) insegna che ci si immerge in apnea "non per guardare ma per guardarsi  dentro" (cit.). Un tuffo in apnea è un viaggio introspettivo. Un modo per liberare la mente e  dar spazio alle emozioni arrivando a conoscere se stessi e i propri limiti.

    Dopo ogni tuffo in cui il tempo si ferma, lo spazio si amplifica, i sensi si  abbandonano in quell'immensità di molecole di idrogeno e ossigeno la sensazione che si prova è quella di sciogliersi e diventare acqua in acqua, mescolando  anima e acqua in un connubio perfetto.  Spesso capita che la gente chieda "la profondità massima raggiunta". Noi  apneisti non misuriamo la bravura in metri, preferiamo farlo in emozioni.  

    A dover di cronaca mi tocca esporre la quota massima raggiunta: -30mt in  apnea. Durante uno stage a Marettimo (arcipelago delle Egadi) con la slitta del  No-Limits e con 2 istruttori in assistenza. Il tempo si fermò. La mente libera  si estraniò dal corpo e mi sembrò come morire e rinascere...

    Perchè  la pesca in apnea? Cristina è cresciuta a "pane e mare"...è cresciuta con la brezza che le accarezzava il volto e si lasciava inebriare da quel profumo inconfondibile che  solo il mare regala... Una delle primissime volte che si è messa un fucile in mano per 'provare'  l'adrenalina che la pesca in apnea suscita ha portato a termine una delle  catture più belle e ambite di un pescatore in apnea. Un'esemplare di leccia  (Lichia amia)* da Kg 10. Quella cattura le aprì la strada alla pesca in apnea. Sport nobile che va eseguito in sicurezza in cui nulla è lasciato al caso. E  soprattutto sempre in coppia. Mai da soli. E con la boa segnasub come Must assoluto.

    Istruttrice di nuoto presso la piscina comunale Azzurra Club di Menfi, sogna una piscina nel suo paese natale, Castelvetrano. Un impianto idoneo dove poter insegnare il nuoto ai bambini e agli adulti che  vorrebbero avvicinarsi al meraviglioso e curativo mondo dell'acqua. Impianto costruito ad hoc con 2 vasche:  una vasca olimpionica (50mt) dove poter insegnare il nuoto, l'acquafitness e  altro...e una mini vasca riscaldata (34°/36°C) dove praticare il nuoto baby, esperienza ludico-ricreativa tra il genitore e il proprio neonato che rafforza il legame genitore-bimbo per le proprietà che l'acqua emana. L'acqua è vita. L'acqua comunica. Siamo noi che dovremmo imparare ad ascoltarla... Vorrei donare i miei occhi a chi teme il mare e l'acqua in genere, per  riuscire a far vedere cosa si cela sott'acqua. In quel mondo incantato che  regala emozioni...emozioni blu. Parola di una sirena.  

    Cristina Villaverde

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