Ammalato oncologico in Italia? Un incubo tra ritardi, discriminazioni e ingiustizie sociali
di: Elena Manzini - del 2016-05-19
Essere un ammalato oncologico in Italia è una sorta di impresa. Troppe le differenze regionali in fatto di cure e troppo lunghi i tempi di attesa per accedere a nuove cure. Avviene una sorta di discriminazione (basti pensare che per certe cure in Italia si devono attendere più di 300 giorni rispetto a Germania e Gran Bretagna). E l’occasione di porre fine alle discriminazioni sul nostro territorio presentata dalla riforma costituzionale è andata persa.
Il nuovo articolo 117 della Costituzione non permette il superamento delle differenziazioni che sussistono su base regionale per accesso alle terapie ed all'assistenza sociale. L'aver approvato l'emendamento con il quale si inserisce la possibilità di devolvere alle Regioni la potestà legislativa generale sulle politiche sociali rappresenta una sconfitta per tutti i malati, perchè dovrebbe essere lo Stato a controllarne l'erogazione.
Fa ancora più rabbia leggere l'VIII Rapporto sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici presentato Senato nel corso della XI Giornata del malato oncologico.
Manca una rete per la terapia del dolore, scarseggia l’assistenza domiciliare, vengono negati i diritti di accedere a prestiti bancari. Per i pazienti oncologici, le ingiustizie non finiscono mai. E le differenze a livello regionale sono uno dei tanti esempi. Avere le terapie giuste al momento giusto è l’unica soluzione per sperare di poter sconfiggere la malattia.
Ma ci si mette di mezzo la burocrazia, in questo caso l'Agenzia Italiana del Farmaco e delle Regioni con tutti i "normali" ritardi. Preoccupa altresì la scarsa attenzione che si pone alle esigenze nutrizionali dell'ammalato oncologico.
In ben poche strutture vi è una informazione accurata riguardo l'alimentazione da seguire (al massimo una sorta di bugiardino che non serve a nessuno perchè ogni ammalato è a se stante): è capitato che taluni medici oncologi non sapessero delle grandi potenzialità di alcuni alimenti (per citarne uno, il limone) sia nel prevenire, nel curare che disintossicare l'organismo post chemioterapia.
O che non siano a conoscenza delle ultime ricerche effettuate all'estero. Purtroppo la Sanità italiana (nazionale e regionale tutta) pare essere gestita più che altro da contabili che da persone di medicina, il cui scopo è solamente quello di far quadrare i conti delle Aziende sanitarie per trarne poi alla fine un beneficio personale.