(Approfondimento) Attentato alle Torri Gemelle finanziato da capi contraffatti?
Tanti i rischi per chi acquista inoltre prodotti con marcatura non conforme a legge
di: Dott.Francesco Marino - del 2015-06-29
Anche il bombardamento alle World Trade Center, del 1993 a Manhattan (New York) con esito per fortuna non catastrofico rispetto a quello del 2011 è stato finanziato con la vendita di capi di abbigliamento contraffatti?
Il criminologo americano Edwin Sutherland puntualizzava già negli anni 40 dello scorso secolo, come gli analisti tradizionalmente abbiano preso da sempre in scarsa considerazione la criminalità economica quale oggetto d’analisi.
Il confine tra legalità e illegalità sembra in genere per tali condotte marcato in misura incerta. In molti casi per i crimini economici verrebbe a mancare del tutto nel cittadino la consapevolezza che abbia avuto luogo un reato.
Il commercio di un giocattolo con marcatura CE contraffatta, ad esempio, difficilmente crea in chi lo acquista il dubbio su cosa “si nasconde dietro”: Bassissimo costo salariale, sfruttamento della manodopera minorile, nessun costo previdenziale, zero tasse pagate, utilizzo di materie plastiche tossiche e coloranti nocivi
La contraffazione è un settore gestito dalla criminalità transazionale che agirebbe ormai nel mercato globale, spostando i centri di produzione laddove i costi risultano più convenienti, con spiccata preferenza per l’estremo oriente dove sono collocati circa il 70% dei laboratori produttivi mondiali. Si avvale di esperti dell’export, di mediatori internazionali, appoggiandosi a centri di transfert money, tanto da potere affermare che la contraffazione è l’altra faccia della globalizzazione.
In Europa i lavoratori sono protetti dallo sfruttamento e i bambini non sono costretti a lavorare. Al contrario, i criminali non avrebbero una reputazione da proteggere e possono trattare i lavoratori come vogliono, persino i bambini, costretti a produrre in condizioni disumane.
Lo sfruttamento legato alla fabbricazione di beni falsi inizierebbe con il produttore e continua fino alla fine della catena di distribuzione. Questo sarebbe lo stile di vita al quale si contribuisce quando si acquistano prodotti contraffatti! Le cifre che entrerebbero nelle casse della criminalità organizzata pare siano oltre 200 miliardi di euro l'anno, secondo i dati della Commissione Europea che riprende uno studio delle Nazioni Unite.
Acquistare una maglietta contraffatta o un paio di occhiali con la griffe falsificata non sarebbe solamente rischiare allergie e problemi di salute né tantomeno limitarsi ad alimentare la criminalità organizzata o contribuire all’evasione fiscale.
Sarebbe anche far entrare un sacco di soldi nelle reti terroristiche che con la contraffazione avrebbero finanziato alcuni dei loro attentati. Il terrorismo è sempre più strutturato come una multinazionale che ha diversificato le sue fonti di approvvigionamento. In un'intervista rilasciata alla radio WNBC, stazione di New York il 31 gennaio 2003, Tim Trainer, presidente della IACC (International Anti-Contraffazione Coalition), ha detto che il governo degli Stati Uniti sospettava l'esistenza di legami tra le attività di contraffazione e il terrorismo.
Secondo i media americani, pare che l’FBI avesse manifestato con forte evidenza che gli attentatori delle World Trade Center del 1993 a Manhattan (New York) fossero stati finanziati con il commercio di capi di abbigliamento contraffatti, venduti in un negozio di Broadway.
Nel novembre del 2003, per rimanere in Italia, si ricorda l'arresto di 13 membri della falange “Hijdra Oua Etakfir”, sospettati di aver fornito armi e documenti falsi a terroristi algerini tramite una rete finanziata con la contraffazione di capi di abbigliamento. In Irlanda, anche l’armata Repubblicana Irlandese sarebbe stata coinvolta in attività di contraffazione. In occasione della prima conferenza internazionale dell’Interpol di Lione nel 2001 la polizia Irlandese ha dichiarato che nell’Irlanda del Nord i terroristi vendevano prodotti contraffatti per finanziare l’acquisto di armi.
Per valutare l’appetibilità del fenomeno criminale basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate dal comandante dei NAS, Generale Cosimo Piccinno, in un’intervista concessa il 2 dicembre 2014 al quotidiano “Il Sole 24 Ore”: Un euro investito su uno stupefacente renderebbe 16 volte mentre se investito sui farmaci contraffatti renderebbe 2500 volte.