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Stalking. Chi è e come ci si difende dal molestatore assillante

di: Dott.Francesco Marino - del 2015-11-22

Immagine articolo: Stalking. Chi è e come ci si difende dal molestatore assillante

Partiamo dalla definizione di Stalking: un’insieme di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza e controllo, di ricerca di contatto e comunicazione nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni e comportamenti non graditi.

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  • Lo stalker appartiene ad una tipologia di soggetti con disturbi mentali che assediano, generalmente per scopi sessuali, le loro “prede” con tutta una serie di attenzioni tanto pressanti quanto sgraditi, incuranti del loro diniego e in un quadro di vero e proprio delirio di passione erotica unitamente a gelosia.

    Recentemente, in seguito a gravi fatti poste in essere nei confronti di noti personaggi dello spettacolo, il fenomeno ha trovato maggiori attenzioni dagli addetti ai lavori che lo hanno anche ribattezzato con il nome di Stalking (dall’inglese: fare la posta). La più diffusa manifestazione di stalking si riferisce a soggetti che non riescono ad accettare di essere lasciati dal proprio partner e iniziano cosi a perseguitarlo nel vano tentativo di riconquistarlo attraverso una sempre crescente ed ossessionante presenza.

    I comportamenti che rientrano nella “fattispecie di  stalking” possono rappresentare un pericoloso “segnale premonitore” per un’escalation di violenza. Ci sono soggetti che non sembrano proprio in grado di accettare di venire abbandonati dal partener o da altre figure significative nella loro esistenza, come possono essere un medico o uno psicoterapeuta.    

    Si può parlare di Stalking se il comportamento del molestatore possiede le caratteristiche di agire nei confronti della vittima sulla base di un investimento di matrice affettiva; i comportamenti devono mirare alla comunicazione e/o al contatto diretto con la vittima e devono essere connotati da insistenza, intrusività e ripetizione.

    Le condotte devono generare nella vittima uno stato di allerta, connotato da uno stato crescente di paura tale da temere anche per la propria incolumità fisica.  Ad ogni buon conto, alla base dello Stalking c’è di solito una difficoltà relazionale profonda dell’attore, unitamente allo sviluppo di un modello di attaccamento disfunzionale quanto non patologico.

    Ci sono soggetti che sfogherebbero, attraverso lo stalking, un rancore dovuto a cause molteplici nei confronti di una persona con cui sono entrati in conflitto al di fuori di un rapporto affettivo. Si pensi al caso dell’ex collega di lavoro “che si sarebbe comportato male” o del professionista come un medico “che avrebbe provocato un danno giudicato grave”.  

    Gli strumenti tradizionali dello stalker sono primariamente il telefono e la presenza fisica incombente nei luoghi frequentati dalla vittima. Rappresentano nuovi strumenti di molestia l’email, la chat, gli sms o whatsapp. Risultano anche espressioni dello stalking, danneggiamenti di cose appartenenti alla vittima, l’uccisione di suoi animali domestici, fino ad arrivare ad aggressioni vere e proprie e persino all’omicidio.  

    Normalmente, le ondate durano diversi mesi se non vengono interrotte da elementi esterni come può essere la denuncia da parte della vittima.  

    A volte la vittima può avere una responsabilità in tutto ciò. Talvolta proprio il comportamento della vittima rinforza, involontariamente, l’azione dello stalker che può, ad esempio, equivocare un tentativo di convincimento ad interrompere le molestie fatto con tono civile per un’implicita accettazione della persecuzione.

    Ma come ci si dovrebbe difendere dallo Stalker?

    In primo luogo è inutile negare il problema perché si finirebbe per sottovalutare la portata della minaccia. Occorre tenere a mente che proprio la nostra difficoltà a conoscere il pericolo – ossia la nostra scarsa propensione a considerarci potenziali vittime – è un elemento di vantaggio per il nostro molestatore in quanto non ci consente di mettere in campo tutta una serie di misure precauzionali. In molti casi è proprio la tempestività reattiva della vittima a bloccare sul nascere l’assedio del predatore.

    Chiarire subito che il comportamento dello stalker non è gradito, con una comunicazione espressa con tono educato ma fermo ed inequivocabile. Una volta spiegato al molestatore che il suo comportamento non è gradito è consigliabile interrompere ogni rapporto con lui. Se poi il rischio di venire aggrediti si fa rilevante, è importante adottare tutta una serie di accorgimenti tipici della “sicurezza preventiva”: evitare di fare sempre la stessa strada, cercare di variare i propri orari, evitare i posti isolati.

    In tal modo si impedirà al potenziale aggressore l’individuazione di schemi, alla base delle nostre azioni, in grado di agevolargli la pianificazione di una eventuale aggressione. Se riteniamo di essere seguiti, non torniamo a casa ma rechiamoci dalle forze dell’ordine più vicine e segnaliamo la situazione.

    Tenete sempre a portata di mano un cellulare per le emergenze. Se abbiamo a che fare con un molestatore telefonico è consigliabile non cambiare numero: questo tipo di contromisura tenderebbe ad avere l’effetto contrario ossia motiverebbe ulteriormente lo stalker nel suo atteggiamento ossessivo.   E’ importante non lasciare che la rabbia o la paura prendano il sopravvento perché, per denunciare il molestatore, occorrono elementi e per raccogliere più prove possibili occorre conservare la propria lucidità.  

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    Effeviauto 6 gennaio 2025