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Carnevale..Sapevate che...? Origini e curiosità di una festa speciale tra maschere e storia

di: Catia Scoglio - del 2017-02-01

Immagine articolo: Carnevale..Sapevate che...? Origini e curiosità di una festa speciale tra maschere e storia

Tempo di licenziosità, dello sfarzo nel gioco, nel travestimento e nella tavola. Il Carnevale è la grande festa del periodo invernale e, nei paesi cattolici, precede la Quaresima che, con i suoi quaranta giorni di penitenza, prepara le festività pasquali.

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  • Nei tempi antichi il Carnevale era la grande festa della fecondità della terra, che doveva svegliarsi dopo il sonno invernale e nutrire le mandrie, le greggi e gli esseri umani. Il Carnevale univa dunque riti di fecondità con l'allegria. Ridere sconfigge la morte e il lutto: tradizioni antichissime collegano il riso, le danze e le burle alla fertilità della natura e degli uomini.

    Origini del Carnevale: Non si sa da dove derivi il nome 'carnevale', c'è chi dice da car navalis, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri significa carnes levare ("togliere la carne") o carne vale ("carne, addio") e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede il mercoledì delle Ceneri.

    Carnevale Siciliano: Anticamente nell’isola i festeggiamenti legati a questa manifestazione profana e folcloristica duravano più di un mese, a partire dal giorno seguente l'Epifania e fino al giungere della Quaresima, ma dopo il terremoto dell'undici gennaio 1693 la durata della festività incominciò ad esser ridotta ed attualmente essa dura una settimana.

    Da sempre la festa ha rappresentato lo specchio delle condizioni sociali, politiche e civili dei tempi. Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600, periodo in cui in Sicilia si poteva assistere a delle danze particolari, come quella "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti appunto da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, o la così chiamata "Balla-Virticchi" per la quale i partecipanti si travestivano da pigmei e trattenevano il popolo.

    Tra le maschere siciliane più caratteristiche del passato si possono ricordare quelle che servono da parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine: si hanno così le innumerevoli rappresentazioni dei "Dutturi", dei "Baruni" e degli "Abbati".

    Erano giorni, quelli del Carnevale, in cui il popolo poteva tirar fuori la rabbia sociale covata in corpo per un anno. E in questo particolare clima di provvisoria legittimazione dell’arbitrio e dell’arbitrario, caratterizzato da un rovesciamento di valori codificati, di gerarchie e rapporti di potere; il re diventava il servo ed ogni licenziosità era ammessa per la nascita di un nuovo ordine: e quello carnevalesco, era “un mondo alla rovescia”, in quanto con la sapiente arma popolare del riso dissacratorio venivano denunciate violenze e restrizioni, paure e intimidazioni.

    Il fasto culinario legato al Carnevale è un degno segnale dell'abbondanza della ricorrenza: durante questa settimana si faceva largo uso di sughi di carne e di pietanze elaborate, come i "maccheroni al ragù" (pasta in casa preparata con farina e qualche uovo e condita, appunto, con il ragù preparato con cotenna di maiale e spezie) e l'antico "Minestrone del giovedì grasso" (che prevedeva non solo le classiche verdure come le patate, le fave secche sgusciate, una cipolla, prezzemolo, sale e pepe, ma anche il lardo di maiale privato di cotenna e tagliato a cubetti),e di dolci come la "Pignoccata" (dolce tagliato a tocchetti fritti in sugna bollente, decorati con miele e spolverati di cannella, che assume poi la forma di pigna).

    Molti inoltre i detti legati al periodo: "A Carnevale ogni scherzo vale", riferendosi alla possibilità che ogni burla sia lecita per la festività in corso. Un altro motto mette in guardia dal non innamorarsi: “L’amore di Carnevale muore in Quaresima", un proverbio antico avvertiva che le storie nate sotto i lumi della licenziosità sarebbero presto svanite con l’arrivo della Quaresima, ma si sa che “semel in anno licet insanire”.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025