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La crisi della politica e le candidature last minute tra poltrone, cambi di casacca e promesse

del 2022-08-29

Immagine articolo: La crisi della politica e le candidature last minute tra poltrone, cambi di casacca e promesse

Scaduto il tempo dedicato alla preparazione delle liste, parte definitivamente la campagna elettorale. Dai nomi letti, si può dedurre che ancora rimane molto da lavorare per l’affermazione di una politica di servizio progettuale che si fonda su un radico manto valoriale. Qualcuno ha scambiato il turno elettorale per una competizione ippica, attendendo l’ultimo istante per decidere dove scommettere o correre.

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  • Un tempo si usava in politica il termine “cavallo” per parafrasare l’ambito ippico. La stagione di “cavalli” e “poltrone”, visto ciò che è accaduto in queste ore, purtroppo è ancora attiva. Diversi candidati fino a qualche giorno fa non sapevano nulla del loro impegno in questa tornata elettorale.

    Tutti fulminati dall’improvvisa voglia di candidarsi. A prescindere dal simbolo e dalla posizione politica, abbiamo “scoperto” nuovi concorrenti. Qualcuno ha pure cambiato simbolo a poche ore dalla partenza, girando la casacca in un attimo. Tutto questo fa male alla politica vera e alla democrazia. Camaleontismi nocivi per la democrazia.

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  • Fare politica comporta la necessità di un’elaborazione culturale, nutrita di cognizioni e di visioni ideali.  Non si può essere di tutti i colori. La politica non è un campionato di calcio. Che tipo di proposta politica intende rappresentare chi si alza la mattina e si presenta agli elettori? Che garanzia può dare chi cambia casacca senza se e senza ma?

    È finito il tempo dell’improvvisazione. È necessario dare forza a chi crede alla politica come servizio e come condivisione di strategie per il bene comune, mettendoci la faccia con coraggio e determinazione, anche quando qualcuno gratuitamente ti manda palate di fango. La poltronite è un male terribile. In che maniera, senza progettualità e impegno continuo, si può avere una giusta visione del momento storico-sociale che stiamo vivendo? Sulla scena politica insistono tanti problemi.

    La crisi economica, il rischio di perdere migliaia di posti di lavoro, la crisi energetica, il disagio delle famiglie, la sanità, le aziende in crisi, la guerra. Argomenti che ci portano a richieste e bisogni sempre mutevoli, come mutevoli sono le compagini sociali e le condizioni economiche a cui la politica deve dare delle risposte.

    Una politica confusa, debole, priva di visione, incapace di strategia aiuta il non voto. Una proposta senza continuità progettuale, senza base valoriale che guarda l’elettorato come ad un mercato e che magari chiede il voto con promesse lontane dal bene comune, ha solo conseguenze disastrose.

    Una politica di apparenza. Il primo è che il vero politico (ripeto: intendo il politico come soggetto, sia l’individuo che fa politica, che il gruppo, partito, movimento) non evita mai il confronto per una politica da ricostruire nel Paese e nel Mezzogiorno. La svolta impressa dal Capo dello Stato con l’incarico al professor Mario Draghi dimostra che senza competenza non si possono governare i complessi processi sociali ed economici del nostro tempo».

    l verbo improvvisare allude alla creazione di sequenze di movimento mentre ci stiamo di fatto muovendo, “in una situazione i cui effetti continuano ad accadere e possono essere modificati”, modificando il senso stesso di quello che stiamo danzando. Si può definire come il momento in cui composizione ed esecuzione coincidono dando vita a una forma di composizione in tempo reale.
    Una politica esile, legata all’immediato, incapace di strategia perchè vuota di respiro.

    Una proposta che carezza l’elettorato con promesse e lo paga con misure politiche che su lungo termine possono anche essere disastrose. Nel peggiore dei casi, una politica di apparenza, dietro la quale si celano burattinai pericolosi per la democrazia, Vorrei evidenziare due elementi. Il primo è che il vero politico (ripeto: intendo il politico come soggetto, sia l’individuo che fa politica, che il e che evita il confronto con la gente non serve.

    La competenza del politico è necessaria. Consiste nella capacità di comprendere le necessità del popolo e di organizzare un’efficace risposta politica e programmatica a tali necessità. Era alla base del pensiero sturziano. Concetto ampiamente riportato anche da Gramsci. La politica oggi più che mai ha bisogno di riappropriarsi di questi insegnamenti. Finiamola con gli ippodromi.

    Rosalia Ventimiglia 

    Lia

    (Spazio politico autogestito a pagamento. Committente: Vito Sieli)

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