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La storia di Nino Daì: dal Gibellina alla serie B ricordando la notte di San Siro contro l'Inter

di: Salvo Ferrara - del 2014-12-04

Immagine articolo: La storia di Nino Daì: dal Gibellina alla serie B ricordando la notte di San Siro contro l'Inter

(ph. trapanicalcio.it)

Le ha vissute proprio tutte con quella maglia addosso, ha seguito il maestro Roberto Boscaglia avuto ad Alcamo nella stagione 2006/2007. Mica si è spostato di molto. Ha fatto appena qualche chilometro all’interno della stessa provincia. Arriva a Trapani in Eccellenza e comincia la storia d’amore che vi stiamo per raccontare.

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  • Antonino Daì, meglio noto come Nino, è stato uno dei protagonisti della grande scalata del club granata. Dal massimo torneo regionale alla scala del calcio, quella partita di San Siro nel cuore e il sogno di raggiungere un altro massimo torneo, ma stavolta nazionale. Nel suo territorio, il Belice, lo hanno anche incoronato “Ambasciatore dello Sport”. Intanto si gode questa Serie B e si racconta ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.

    Dall’Eccellenza alla Serie B, passando per San Siro. Il ricordo più bello di questa grande storia d’amore?

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  • “Il ricordo più importante per me è la vittoria del campionato che ci ha consentito di approdare per la prima volta nella storia in Serie B. La partita più significativa a Cremona, quella vittoria e la promozione. Inoltre porto nel cuore la gara di Coppa Italia a San Siro contro l’Inter. Queste le cose più belle, senza nulla togliere ai campionati minori. Ricordo l’Eccellenza, quando abbiamo vinto la finale contro il Bisceglie. Belle soddisfazioni anche in quel caso”.

    C’è un compagno di avventure che ti porti dietro dai tempi dell’Alcamo, Roberto Boscaglia

    “Io conosco mister Boscaglia da dieci anni. Nella prima stagione siamo stati insieme ad Alcamo e abbiamo vinto il campionato di Eccellenza. Da lì siamo sempre stati insieme. Rapporto magnifico fatto di stima reciproca. Questo tipo di relazione è difficile da trovare fra giocatore e allenatore”.

    Cosa significa poter continuare ad indossare questa maglia visto che sei nato e cresciuto proprio in provincia?

    “Per me in particolar modo è importante. Io sono nato in un paese distante venti minuti da Trapani. Anche calcisticamente sono nato lì, a Gibellina. Trapani è casa mia, mi conoscono tutti. Il rapporto bellissimo con i tifosi. Giocare a casa è magnifico.

    La gente non fa mai mancare il proprio apporto. Fare questa scalata così importante e tutto il resto rende felice me, ma anche la mia famiglia”. Anche Gibellina è orgogliosa di te. Lì ti hanno nominato ambasciatore dello sport… “Mi hanno dato questo riconoscimento che ho apprezzato molto.

    A Gibellina ricordo le mie prime esperienze calcistiche.

    Ho fatto un anno di Esordienti proprio lì. Mi hanno premiato come ambasciatore anche a Partanna, il paese di mia moglie. Un’altra piccola soddisfazione che mi porto nel cuore. Questo perché sono rimasto molto legato alla mia terra e questo per un calciatore è importante”.

    Qual è il tuo sogno nel cassetto?

    “Ho 30 anni. Per arrivare in B ho fatto tutta la gavetta, di maglie ne ho sudate. Adesso manca un solo gradino. Il percorso adesso dovrebbe essere più semplice. Spero di arrivarci con questa squadra. Sognare non costa nulla. Già salvarci, mantenendo questa preziosa categoria, sarebbe comunque un ottimo risultato”.

    Fonte: gianlucadimarzio.com

     

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