Ingegnere elettronica e scacchi nel "dna". Il partannese Pantano vince trofeo del Belice
di: Alessandro Indelicato - del 2015-09-01
E’ il ventitreenne partannese, Giuseppe Pantano, il vincitore della 13° edizione del trofeo del Belice, tenutasi, come ogni anno in Partanna, durante la stagione estiva.
Prossimo alla laurea magistrale in ingegneria elettronica, il giovane – appartenente alla scuderia del club ‘Arcadia Partanna’ - è appassionato sin da bambino, al gioco degli scacchi, propedeutico allo sviluppo del ragionamento e della logica.
E, anche quando è difficile conciliare lo studio e la passione degli scacchi, Giuseppe non si perde d’animo: gioca su internet o per corrispondenza. Perché?
Abbiamo incontrato Giuseppe per saperne di più.
Ci parli del club “Arcadia Partanna”?
L’Arcadia Partanna è il circolo scacchistico che abbiamo a Partanna, non è numeroso, una decina di iscritti. Ci incontriamo due volte a settimana e giochiamo tra di noi, un po' per allenarci un po' per divertimento, presso la sede della nostra associazione in via Caprera 143 a Partanna.
Di solito, nel club vi sfidate tra voi, o anche con altri club?
Solitamente giochiamo tra di noi, ci incontriamo ogni martedì e venerdì alle 18.30 e, giochiamo qualche partita, analizziamo partite giocate, e teniamo lezioni a bambini o anche adulti che vogliono imparare
. Il torneo estivo, il trofeo del Belice, si è disputato internamente?
No, è stato organizzato presso il bar “La cremeria d'Italia”. Sono stati invitati anche altri club e hanno partecipato giocatori forti provenienti da Alcamo, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Palermo e Partanna. 20 iscritti in totale. Vogliamo porgerti le nostre congratulazioni per la tua vittoria. Grazie mille, questa volta sono riuscito a vincere, non è stato facile. Il torneo è stato di alto livello, c’erano presenti giocatori con categorie CM (candidato maestro), 1N (prima nazionale) e 2N (seconda nazionale).
Secondo è arrivato Lo Piccolo Antonino e terzo Castelli Giovanni, entrambi di Alcamo. Altri premiati sono stati: Fiorella Loreto primo classificato 2N, Randazzo Luigi primo 3N, Solinas Vittorio primo NC, Lo Piccolo Marco primo under 16 e infine il primo premio femminile lo ha vinto mia sorella Pantano Gabriella.
E' quindi una passione di famiglia! Ti aiuta ad allenarti a casa?
Si è appassionata giocando con me, ma non è al mio livello, ha un’altra categoria. Da piccolo giocavo con mio padre, lui mi ha insegnato come si muovono i pezzi e alcune regoli basilari. Ma per diventare bravi c'è tanto altro da sapere, e frequentando l'associazione sono riuscito a migliorare la mia preparazione. Un bel cammino dunque.
Da quanto tempo giochi a scacchi nel club?
Io ho scoperto l'associazione di Partanna a 16 anni, grazie ad un articolo che ho letto sul giornale. Lì mi hanno suggerito qualche libro, giocando (al circolo o su internet) e ascoltando i loro consigli sono arrivato al mio livello. Dunque studio e allenamento. Si ovviamente, e serve un bravo maestro.
Chi è il tuo maestro?
Posso dire che Sergio Pandolfo mi ha insegnato tanto. Io non glielo dico mai, però lo ammiro come scacchista. Con Sergio stiamo anche provando a fare delle partite per corrispondenza. Giocare a scacchi è propedeutico al ragionamento, alla matematica... ed è qualcosa di abbastanza difficile da imparare in poco tempo, no?
Serve costanza, pazienza, capacità di ragionare, ma tutti ci possono arrivare con un po’ di sforzo. Magari l’esperienza accumulata dopo un po’ di tempo aiuta a gestire particolari situazioni, ma fondamentalmente serve sapere come si muovono i pezzi ed avere una scacchiera.
Per allenarti a questi livelli cosa fai?
Dovrei leggere libri, ma trovare il tempo è un po' difficile, quindi gioco su internet.
A scuola eccellevi nelle materie logiche, tipo matematica? o sfatiamo questo mito degli scacchi, aiuto allo studio?
Sì, secondo il mio parere aiutano tantissimo non soltanto a ragionare, ma in tante cose. Nel mio caso questo mito non è da sfatare, mi sono laureato in tempo con il massimo dei voti in ingegneria elettronica. Ho quasi finito la specialistica e mi manca solo la tesi, quindi ad ottobre dovrei laurearmi.
Hai un portafortuna?!
No, non credo in queste cose. A volte si può perdere una partita per stanchezza mentale, ma non è sfortuna. Serve ragionare e, arrivati ad un certo livello, giocare a scacchi diventa sapere cosa si deve fare e quando lo si deve fare. E chi lo fa meglio vince.
Nella vita quotidiana, ti ha aiutato la tua passione?
Ritengo di si, ad esempio per gli esami all'università. Gli scacchi mi hanno insegnato a tenere sotto controllo alcune emozioni, che poi sono le stesse di quando faccio un esame. Quando gioco contro un giocatore forte, ho paura di commettere errori, e di perdere la partita. Durante un esame ho paura di sbagliare la risposta, e di venire bocciato. Partecipare a tornei di scacchi mi ha insegnato a tenere i nervi saldi in ogni occasione e affrontare le situazioni di stress con più calma. Diciamo che è una sorta di ansia da prestazione.
Cos'hai in cantiere per il tuo futuro?
Nell’immediato futuro vorrei laurearmi e cercare lavoro nel ramo dell’elettronica. Sicuramente continuerò a giocare a scacchi provando a migliorare. Mi piacerebbe passare alla categoria scacchistica successiva, ma ancora è prematuro, serviranno tanti anni di studio allenamento e impegno.
Pensi che giocare a scacchi sia solo ragione e studio, o anche questione di "talento", come dire, predisposizione?
Credo che la predisposizione ci voglia. Un po' come per la matematica pero', pur esercitando la stessa area del cervello (logica), giocare a scacchi è molto più divertente e appassionante. Studiando gli scacchi chiunque può diventare bravo, ma risulta estremamente più difficile se manca la passione. A me piace giocare a scacchi, mi diverte anche stare 5 ore su una scacchiera.
Questa è la prima volta che vinci il torneo?
Lo avevo vinto un'altra volta, però eravamo solo partannesi. Questa volta invece c'erano molti più giocatori, provenienti da tutta la provincia e non solo, quindi la soddisfazione è stata maggiore.