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"Aspettando il Natale", riflessioni e considerazioni della Prof.ssa Maria Pia Parrino

del 2024-12-20

Immagine articolo: "Aspettando il Natale", riflessioni e considerazioni della Prof.ssa Maria Pia Parrino

Aspettando il Natale. Nel periodo delle imminenti feste natalizie il fenomeno del consumismo acquista una dimensione quasi spropositata; le vittime della brama di possesso si aggirano nei negozi e nei centri commerciali, come gli Ebrei nel deserto, per parafrasare un celebre passo della Bibbia.

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  • Al posto del vitello d’oro, però, sono idolatrati gli ultimi ritrovati della tecnologia o i modelli delle nuove auto, o degli ultimi i-phone: tutto ciò che abbellisce e arricchisce esteriormente e che possa garantire un adeguato status –symbol.

    Acquistare e consumare sono gli imperativi categorici di una società sempre più volta all’avere che all’essere, la quale non comprende che il possesso dei beni materiali rappresenta solo una momentanea soddisfazione di immediati bisogni.

    Ne consegue l’eccessivo individualismo e il narcisismo volti ad accontentare un ego sempre più ipertrofico e poco, o per niente, attento ai bisogni di quello che cristianamente si definisce ”prossimo”.

    Un tempo si era soliti “ visitare” a domicilio le persone a cui rivolgere gli auguri, stabilire una comunicazione diretta tramite lo sguardo e il contatto fisico; adesso lo stesso compito , affidato alla messaggistica istantanea o, al massimo, ad una telefonata frettolosa, ha perso la spontaneità e la sincerità che lo contraddistingueva.

    Ed ecco che una festa che per definizione dovrebbe essere volta all’accoglienza e all’inclusione, si traduce in una “ sacra rappresentazione” del consumismo in cui il senso del “ dono” viene sminuito e lo si sceglie non pensando al destinatario, ma al valore economico di esso; anche il significato del termine “perdono” la cui etimologia si ricollega al verbo corrispondente :”donare” sta perdendo il suo intrinseco valore non includendo più l’accettazione dell’altro, del diverso, di chi non si omologa ad una società sempre più egocentrica e, a volte, prevaricatrice.

    I rapporti interpersonali non sempre sono improntati alla sincerità e alla trasparenza: rancori e dissapori irrisolti covano sotto la cenere dell’ipocrisia e di una mal celata gentilezza e dai frequenti atti di violenza si evince che il più grande valore in assoluto, quello della vita, sta venendo meno, sacrificato sull’altare di idoli falsi ed effimeri.

    Di fronte ad un quadro a dir poco catastrofico non mancano, comunque, esempi di chi si occupa del bene altrui, di chi collabora e mette la sua opera al servizio del prossimo negli ospedali, nelle case di cura, nelle situazioni di difficoltà, di chi agisce senza pregiudizi di sorta considerando l’accoglienza e l’ospitalità un dovere, alimentando col suo comportamento la fiamma della speranza di una vita più sana e vera che ha da sempre caratterizzato la storia dell’umanità.

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