Castelvetrano, detenuto otteneva cibo di nascosto dai parenti. Agenti intervengono
di: Margherita Leggio - (fonte: lasicilia.it) - del 2013-10-31
(ph. www.poliziadomani.it -)
Non era possibile che i familiari portassero loro cibo e abbigliamento da consegnargli durante il colloqui, tuttavia alcuni detenuti del carcere di contrada Strasatto pare ottenessero ugualmente delle cose sottobanco che riuscivano a recuperare successivamente, ma ora sono stati scoperti dagli agenti penitenziari.
Questi ultimi hanno cominciato a sospettare che qualcosa non andava quando all'inizio del mese hanno trovato un giubbotto di marca in un sacchetto in plastica che era stato nascosto tra i rifiuti dell'intercinta, cioè nello spazio tra il muro esterno della casa circondariale e quello interno. Da lì sono state avviate le indagini durante le quali gli agenti penitenziari hanno effettuato servizi di osservazione per scoprire in che modo certi "doni" giungevano in quel posto e chi, tra i detenuti lavoranti, fosse eventualmente coinvolto nella vicenda.
Per alcune settimane non è stato segnalato nulla di anomalo, poi, quando un detenuto lavorante ha chiesto di potersi recare al lavoro con notevole anticipo i poliziotti penitenziari hanno intuito che la richiesta potesse essere legata a quanto di poco chiaro accadeva tra l'interno e l'esterno del carcere.
È così scattato un controllo al cesto della spazzatura dentro al quale sono stati trovati e requisiti due tranci di pane tipo arabo, confezionati separatamente, altrettante buste trasparenti di piccolo formato con dentro un mix di arachidi e frutta secca, una bottiglia in plastica, della capienza di due litri, contenente olio di oliva e altra merce che normalmente non può essere introdotta dai familiari dei reclusi tramite il servizio colloqui.