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Gli strumenti dell'antichità "rivivranno" su Cvtnews.it grazie ai racconti di Vito Marino

del 2015-02-05

Immagine articolo: Gli strumenti dell'antichità "rivivranno" su Cvtnews.it grazie ai racconti di Vito Marino

“Gli strumenti dell’antichità inizieranno a viaggiare sul web affinchè i meno giovani li conoscano e i più grandi li possano ricordare con piacere”. Con queste parole Vito Marino anticipa la pubblicazione di una serie di articoli in cui inizieremo un viaggio indietro nel tempo alla scoperta di quegli utensili che oggi non vengono più usati ma che un tempo erano fondamentali per la vita di ogni persona.  

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  • Castelvetranonews.it diventerà simbolicamente un museo virtuale che “raccoglierà” tutte le storie degli strumenti all’interno della rubrica “Aneddoti e usanze belicine”.  

    “In attesa che la nostra amministrazione comunale inizi i lavori per la preparazione del museo contadino, che sorgerà presso la Collegiata di Maria, porto avanti questo mio progetto che prevede la pubblicazione di uno o più articoli con foto di oggetti utilizzati durante la civiltà contadina, con la spiegazione dell’uso che se ne faceva.

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  • Sulla civiltà contadina, tante volte e in varie occasioni ho avuto la possibilità di spiegare la sua importanza nella storia siciliana, dirò soltanto che è iniziata agli albori della civiltà umana ed è terminata  per la Sicilia, quasi a taglio netto, intorno agli anni 50 – 60, dopo le riforme agrarie e con il sopraggiungere della civiltà tecnologica del benessere e del consumismo.

     Si trattava di un mondo trapassato di fatica e di dolore reale e umano, verso il quale, tuttavia va il mio pensiero con profonda nostalgia.

    Forse meglio di me riesce a completare il quadro del mondo contadino lo scrittore Vincenzo Consolo che in “Pietre di Pantalica” così descrive mirabilmente i contadini durante lo sbarco degli alleati il 10/7/1943: <<...pastori e contadini. Immobili, logori come la terra su cui stavano, piegati con le zappe a rompere la crosta, sembrano indifferenti alle colonne (di carri armati), alle truppe che passavano sulle “trazzere” bordate d’agave e di rovi, indifferenti a questa guerra che si svolgeva accanto a loro. Indifferenti e fermi lì da secoli sembravano; spettatori di tutte le conquiste, riconquiste, invasioni e liberazioni che in quel teatro s’erano giocate.

    E sembrava che la loro guerra fosse un’altra, millenaria e senza fine, contro quella terra d’altri, feudi di baroni e soprastanti, avara e avversaria, contro quel cielo impossibile e beffardo".

    Gli articoli di Vito Marino li troverete nella rubrica “Aneddoti e Usanze belicine”.

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