Andrea Patti racconta: "Quella scialuppa che non cedeva e il rischio di un volo di 40 mt sulle rocce"
Pubblicate le registrazioni della prima e della seconda telefonata tra la Guardia Costiera e il Comandante della Costa
del 2012-01-17
In foto: Andrea Patti in foto prima dell'accaduto
Andrea Patti 17 anni di Castelvetrano, figlio di Giovanni Patti, anche lui sopravvissuto alla terribile esperienza vissuta a seguito del tragico impatto della Costa Concordia nelle vicinanze dell’isola di Giglio ha raccontato altri particolari di quei momenti che per sempre rimarranno nella sua mente:
“la barca che ci ospitava e che avrebbe dovuto portarci a terra non riusciva a scendere in mare in quanto le catene erano in trazione per l’inclinazione della barca, un filippino per mezz’ora ha tentato di rompere le catene con una accetta che poi gli è caduta in mare, poi alla fine uno scossone, la catena di ancoraggio ha ceduto e la scialuppa si è sganciata da bordo e ha cominciato a schiantarsi contro le pareti del Concordia rompendo vetrate e quant’altro. Non so se qualcuno è caduto in mare, siamo stati per circa mezz’ora sospesi nel vuoto. Lì la più grande paura ossia quella di finire sulle rocce da una distanza di circa 40 metri. Tutto al buio , solo i telefonini riuscivano ad illuminare la tragedia che si stava consumando intorno a noi e tante grida di disperazione che si sentivano provenire da tutte le parti”.
Fonte: Giornale di Sicilia