Riserva del Belice, patrimonio unico da tutelare
di: Roberto Fiorentino - del 2012-04-01
(ph. biologiamarina.eu)
E la spiaggia si prepara all’estate. Ogni anno la Provincia Regionale di Trapani, nella qualità di Ente Gestore della Riserva, deve fare i conti con l’utenza estiva. L’importanza ecologica di questo tratto di costa sabbiosa è testimoniato dal fatto che tale ambiente, tipico della regione mediterranea, è ormai presente nel territorio nazionale in modo sempre più frammentario.
Il sito però, grazie alla vigile attenzione e nonostante la pressione antropica, conserva ancora un equilibrio ecologico e geomorfologico. Non mancano però i segnali allarmanti; i dati raccolti mostrano evidenti segni dei processi erosivi che producono una progressiva diminuzione della complessità ecologica del sistema dunale, un costante assottigliamento delle dune e la rarefazione dei cordoni prossimi al mare.
La loro frammentazione è particolarmente accentuata laddove, lungo la fitta rete di sentieri trasversali e longitudinali al sistema dunale, si concentra il passaggio dei bagnanti. Fortunatamnete i conflitti registratisi anni fa oggi sembrano attenuati. L’intesa tra Ente Gestore e Consorzio turistico è senza dubbio un successo dell’Amministrazione Turano, che sotto le indicazioni tecniche degli Uffici ha saputo mediare tra esigenze turistiche ed esigenze ambientali. Devo dire “che il Consorzio si sta comportando bene, (Fiorentino), attenendosi alle prescrizioni date”. Quest’anno lungo le passerelle che portano al mare sono gia visibili delle zone d’ombra per permettere ai fruitori della Riserva di fermarsi e godere della riflessione anche sotto il cocente sole di agosto. Sono passi che in momenti di crisi economica hanno il loro costo. Ma la Provincia oltre alla conservazione ha pure l’obbligo della promozione, che seppure ecosostenibile deve essere promozione. Ma una riserva è da frequentare tutto l’anno, proprio perché è a due passi dalla città. Da vivere e da conoscere. L'area, avendo una grandissima rilevanza per la conservazione della biodiversità locale, offre l'occasione per scendere di casa tutti i giorni e ritrovarsi anziché in una strada piena di auto, rumore e smog, in un’oasi di serenità. Sarebbe auspicabile una responsabilità individuale per non correre sulle passerelle, per non buttare bottiglie e per non sporcare con rifiuti. E’ tanto difficile avere una Riserva da Vivere?
In realtà la Riserva Naturale “ Foce del Belice” è un’eccezione in tutta la fascia costiera che va da Porto Palo al faro di Torretta Granitola, sottoposta alla pressione dell’urbanizzazione massiccia, con conseguente incremento di rifiuti e reflui a danno dei sistemi ecologici presenti. Mentre nelle stagioni più fredde la Riserva “respira”, perché lasciata in pace dai visitatori, in estate le principali minacce che interessano il sito sono dovute alla forte pressione antropica a causa del turismo balneare. La fruizione turistica del litorale, quasi mai compatibile con le esigenze ecologiche del delicato ambiente dunale e retrodunale, influisce negativamente sul suolo, che rischia il degrado per compattazione. Una minaccia gravissima è costituita dalla notevole diffusione di specie alloctone di flora, peraltro favorita anche da scarichi notturni di potature a ridosso della preriserva. Un altro elemento di impatto è rappresentato dalle attività antropiche esercitate immediatamente a monte del confine settentrionale dell’Area. Le pratiche agricole con i loro interventi di prelievo di acqua per l’irrigazione, lo scarico di reflui con apporto di sostanze azotate, che vanno a modificare il carico trofico della foce e degli specchi d’acqua retrodunali, il passato prelievo di sabbia, l’assestamento delle sponde, oltre al forte disturbo ambientale, contribuiscono tutti insieme agli evidenti processi di erosione costiera.
E allora nell’imminenza della stagione estiva che esploderà all’improvviso, devo appellarmi come sempre ai piccoli sforzi degli utenti perché questa splendida eccezione si conservi per le future generazioni. Sulle passerelle non si pedala e non si corre, ma si passeggia. Al termine della piccola ristorazione i rifiuti vanno portati fuori dall’area, perché se da un lato, il riporli nei cestini (magari lo facessero!) è un atto di educazione civica non è assolutamente atto di educazione ambientale: diventano richiamo di gazze, gabbiani, cani randagi e.. ratti. Entrare con i cani molesta la nidificazione. Pretendere una parata a cavallo è una incosciente follia, sia per il calpestio dovuto allo zoccolamento sia al disturbo all’ecosistema dovuto alla presenza di parassiti o altro nelle feci. Mi rivolgo soprattutto alla Scuola, come partner privilegiata dell’Ente Gestore. E offro sempre la mia disponibilità ai docenti anche in sede di programmazione annuale per una concertazione di percorsi didattici, in campo ambientale, incisivi e fortemente influenti sulla personalità in evoluzione dei ragazzi, sicuramente più recettivi. Io consiglio sempre due visite, una in autunno inoltrato, l’altra in primavera e consiglio sempre una sosta prolungata all’aperto. L’osservazione infatti è il migliore strumento per apprendere. D'altronde il personale di sorveglianza e di assistenza della Riserva è presente tutto l’anno. L’ingresso attualmente è gratuito e si può telefonare al cellulare 3280410397 o al numero fisso 0924 46042 per avere le informazioni adeguate per una visita anche guidata. E’ possibile scrivere anche all’email: [email protected]. Tutto ciò nello slogan augurale scelto per l’anno 2012: una riserva da vivere.