Quando l'assenza di lavoro e il chiedere al genitore pensionato portano a tragici gesti
di: Mariella Pompei - del 2012-04-23
(ph. ragusa.blogsicilia.it)
Si ripete - come di consueto in questi ultimi mesi - l’annuncio tragico di suicidio per mancanza di lavoro. “Sabato 21 aprile 2012 Rosario Alabiso di 42 anni, viveva con la madre anziana nella via Normanna alla periferia di Partanna, intorno alle 15,30 è salito al piano di sopra dell’abitazione ha preso una corda l’ha legata al sottotetto e si è consumato il dramma”. Quante morti dovranno ancora avvenire perché il nostro sistema di governo comprenda che l’Italia non ha bisogno di matematici, di contabili che sappiano fare bene i calcoli, urge l’intervento mirato a creare posti di lavoro!
La gente non ha bisogno di belle parole, la gente ha bisogno di concretezze. Stiamo assistendo a una povertà dilagante e discreta, perché si nasconde agli occhi di una società che ancora si ostina a non capire! Purtroppo il nostro governo “Tecnico” starà sicuramente procedendo in modo tale da far quadrare i bilanci agli occhi dell’Europa; le nostre amministrazioni cercano di fare del loro meglio quando ci riescono, ma contemporaneamente chi ne riceve le conseguenze peggiori, le vittime di questo sistema sono i cittadini che si vedono svuotati della loro dignità di persona.
Poche volte la nostra società comprende il disagio di chi patisce la mancanza di lavoro, l’umiliazione di dover pesare sul bilancio di un genitore pensionato. Viene da chiedersi chi e quali leggi sono in grado di tutelare queste persone? I dati degli ultimi mesi sono certamente preoccupanti, troppe morti per suicidio conseguenti alla crisi economica. Come cittadina italiana sento il dovere di ricordare:
«La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. » art. 4 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Mi preme aprire una piccola parentesi: quanto è stato riportato in questo articolo non ha nessuna intenzione di strumentalizzare una tragedia così grande, ma manifesta l’amarezza e lo sconforto che per l’ennesima volta non si è riusciti ad evitare un gesto così disperato. Non resta che unirsi umilmente al dolore della famiglia.