Precari di Campobello: "Basta sprechi e promesse. Lavoro o restituiamo tessere elettorali"
di: Comunicato stampa Comitato basta precari di Campobello di Mazara - del 2012-10-12
Considerata la drammatica situazione che la categoria sta vivendo, i lavoratori sono costretti a intraprendere iniziative drastiche e imponderabili. Quanto manifestano con la presente è certamente un atto estremo, ma è l’unico modo per portare alla luce un annoso e irrisolto problema di un deprecabile precariato cronico che perdura da oltre 20 anni.
Premesso che nel tempo tutte le forze politiche, a turno, hanno legiferato, promesso e puntualmente disatteso tutte le promesse di stabilizzazione fatte in campagna elettorale, non ultima la l.r. 24/2010 che l'Assemblea Siciliana ha varato affinché tutte le Amministrazioni interessate potessero adoperarsi per la stabilizzazione, a tempo indeterminato, della platea dei precari degli Enti Locali preso atto dell’atto di vile disparità di trattamento tra i precari Enti Locali e i precari a suo tempo impegnati presso gli uffici regionali,(2010) già da tempo stabilizzati;
I lavoratori precari manifestano la loro totale delusione e la mancanza di fiducia verso LA PROPRIA AMMINISTRAZIONE e verso la classe politica siciliana nazionale.
I Governi regionali che si sono susseguiti non solo non hanno fatto nulla per dare stabilità a questi lavoratori, ma nonostante la folta platea da stabilizzare, già impegnata nei vari Enti, hanno assunto altri precari pronti per essere “usati” ogni volta che le contingenze elettorali lo richiedessero.
Amaramente si constata che non si è voluto assicurare il lavoro a 20.000 persone salvando, invece i vitalizi di lor Signori, gli incarichi a dirigenti, consulenti ed esperti pagati a peso d'oro ecc., ecc..
I lavoratori precari vogliono fortemente chiedere a tutte le forze politiche di non fare altre promesse, o peggio ancora altre proroghe annuali, ma di agire e perorare la loro causa a Roma, dove così superficialmente è stata impacchettata e inviata con la " legge voto" dall’Assemblea Siciliana.
Chiedono gli stessi diritti dei loro fratelli "regionali" e un lavoro dignitoso e sicuro.
Per dare forza alla loro posizione ciascuno restituirà la propria tessera elettorale e quella delle persone care e di quanti li vorranno sostenere, se la classe politica (deputati nazionale, regionali, parlamentari europei e candidati alla prossime elezioni) non si adopererà subito affinché venga garantito il LORO diritto al lavoro.
In una Italia in cui si legifera per dare più dignità al cittadino si consente di calpestare quella di migliaia di lavoratori che, dopo oltre vent’anni, tornano a casa e dovranno dire ai lori figli: “sono disoccupato”.