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Lo spettacolo "Come Fratelli" approda in Calabria

di: Giacomo Bonagiuso,Giacomo Bonagiuso - del 2013-05-05

Immagine articolo: Lo spettacolo "Come Fratelli" approda in Calabria

Lo spettacolo "Come Fratelli., Storie di Ordinaria Mafia" di Giovanni Libeccio, messo in scena con la particolare regia di Giacomo Bonagiuso, approda in Calabria nell'ambito di una delle più prestigiose rassegne sulla legalità a Cassano allo Ionio: "Orizzonti Paralleli, Visioni sulla Scena Contemporanea".

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  • Sabato 4 maggio i due attori in scena, il castelvetranese Gaspare Di Stefano e il partannese Giovanni Libeccio, da tempo romani di adozione, si misureranno con il pubblico calabro. Dopo il successo riscosso a Roma, al Teatro dei Contrari, dove è stato in cartellone per una intera settimana, lo spettacolo ha avuto il "tutto esaurito" al Selinus, per due mattine e una sera, per poi andare al Comunale di Custonaci, al Teatro Libero di Palermo, al Rivoli di Mazara del Vallo, e al Castello Grifeo di Partanna. Ora il tour dello spettacolo riprende: si profilano repliche a Salemi, Alcamo, Giarre e infine a Milano e ancora a Roma.  

    La trama Come Fratelli parla di mafia; la mafia che nasce nell’animo di ragazzi di paese che vedono nel Boss, nel Capo, nel Don riverito e temuto una sorta di modello degno di emulazione e reverenza. Come Fratelli racconta la storia di due ragazzi; il primo, Andrea, figlio di un capo-mafia morto ammazzato per aver tentato la scalata in una lotta tra famiglie, è costretto all’espatrio per aver visto “troppo” la notte dell’assassinio.

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  • L’altro, Salvo, l’amico d’infanzia che, pur nato in una famiglia per bene, subisce il fascino di Don Carlo sin dalla tenera età, il fascino di un uomo rude ma apparentemente “generoso” che, anche da morto, continua ad esercitare un enorme potere di seduzione sulla sua mente. Mentre Salvo intraprende la strada orribile della “mafiosità”, proprio nelle file della famiglia “vincente”, Andrea medita di ritornare a casa, dopo 15 anni di “esilio” in Olanda e di sfidare, quindi, il divieto mafioso.

    A “vigilare” su quel “divieto”, però, è stato destinato dal nuovo “Don” proprio Salvo, “come un fratello” per Andrea…

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