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Quando a Selinunte i giovani andavano a mare al "Lido Acropoli"

del 2013-05-16

Immagine articolo: Quando a Selinunte i giovani andavano a mare al "Lido Acropoli"

C’erano, ma adesso non più, cinque lidi o stabilimenti balneari come si chiamavano negli anni 60-70 e fino agli inizi degli anni 80 a Marinella di Selinunte, nella spiaggia di “Calanninu”,che arrivavano in sequenza fino a sotto l’Acropoli. Il primo era il Lido azzurro, luogo di ritrovo della Castelvetrano borghese, dove furtivamente la sera   si ritrovavano le coppiette per le prime effusioni d’amore, lontani dall’occhio indiscreto dei familiari.

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  • Vi si accedeva attraverso una scalinata stretta e lì si trovava un piccolo bar dove si poteva di giorno e la sera consumare qualcosa. I più arditi, sempre alla ricerca di una piccola libertà, amavano spostarsi sempre la sera  verso la spiaggetta di “lu partannisi”. A seguire  funzionò per alcuni anni il “Lido Verde”, sotto la scalinata del Miramare gestito da alcuni partannesi, poi il Lido Zabbara, a pochi metri un piccolo lido meta dei più giovani, sotto l’acropoli il Lido Tintarella.

    Vi si accedeva direttamente da quelle bella “piazza” anche se sterrata, adibita anche a parcheggio dei Pullman che faceva da anticamera per l’entrata all’Acropoli. Era frequentata soprattutto da gente dei paesi vicini, che potendo percorrere la meravigliosa strada panoramica dei Templi, allora aperta, poteva arrivare a pochi metri da quella struttura.

    Poi quando si cominciò a parlare di chiedere l’accesso al mare e fu realizzato un muretto in cemento  per la rete di recinzione, la struttura balneare venne smontata e restarono per i ragazzi di allora, solo meravigliosi ricordi di quando ci si dava appuntamento per fare il bagno sotto l’acropoli e bere una bottiglia di birra che assieme ai meloni verdi ( muluna d’acqua) venivano messi a refrigerare sulla spiaggia a contatto con le onde del nostro mare.

    Sarebbe bello avere delle testimonianze dirette e ricordi dei giovani di allora in quei lidi di Marinella per aggiungere al nostro racconto altri particolari.

    Foto: Il Castelvetranese Doc

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