"Niente falso in atto pubblico": assolto poliziotto castelvetranese Vito Aiello deceduto lo scorso anno
di: Margherita Leggio - (fonte: La Sicilia) - del 2013-02-27
(ph. La Sicilia)
«Ho reso giustizia alle forze dell'ordine, ma soprattutto alla memoria di un amico». Lo ha dichiarato l'avvocato Vincenzo Basile, uscendo, nei giorni scorsi, dall'aula del Tribunale di Sciacca dove si è chiusa, con l'assoluzione di tre poliziotti, una battaglia giudiziaria protrattasi per oltre sei anni e che ha avuto, come ha detto durante la requisitoria il pubblico ministero Giovanni Vaira, «i tratti evidenti di una vicenda pirandelliana».
Gli assolti, con formula piena, dall'accusa di falso in atto pubblico, sono stati il sovrintendente Vito Aiello, di Castelvetrano e Salvatore La Rocca e Vito Gambino entrambi in servizio al Commissariato di Sciacca. Per il sovrintendente Vito Aiello la giustizia è arrivata troppo tardi.
Nel gennaio 2012, infatti, l'agente è stato stroncato da un male che senza lasciargli scampo, se lo è portato via per sempre in pochissimi mesi. «Tutto lo svolgersi della vicenda - prosegue l'avv. Basile - ha avuto una dinamica da "processo kafkiano" quando nel dicembre 2007 il sovrintendente Vito Aiello e altri due suoi colleghi, l'assistente Salvatore La Rocca e Vito Gambino, da un semplice svolgimento di pronto intervento 113 si vedono proiettati alla sbarra in una surreale dimensione delittuosa con la pesantissima accusa di falso in atto pubblico in ipotesi di abuso d'ufficio.
Ciò soltanto per essere intervenuti a far rimuovere un'automobile parcheggiata alla confluenza di un passo carrabile che quella sera rendeva impossibile, per via della pioggia battente, l'accesso al porticato di casa per il trasbordo da una macchina di un neonato e della sua mamma. L'irriducibilità di un'inquilina di palazzo, dopo oltre un'ora di resistenza, aveva finito per costringere la pattuglia a più rigorose contromisure quali una multa e la rimozione della vettura con carroattrezzi».
Questa inquilina aveva poi presentato una denuncia nei confronti dei tre agenti, estranei a liti condominiali ma indagati dalla Procura della Repubblica di Sciacca. Ora l'assoluzione con formula piena per Vito Gambino, Salvatore La Rocca e Vito Aiello, tutti difesi dall'avvocato Vincenzo Basile. «Sono qui - ha concluso il legale - per ridare onore alla indiscussa onestà di un uomo e di un amico che per lungo tempo negli anni delle stragi di mafia ha pure reso sicura la vita ai magistrati mettendo a repentaglio la propria. Oggi la sua sarà una memoria onorata dalla giustizia e dai suoi colleghi del Commissariato di Castelvetrano che ancora lo stimano».