Il giornalista Rai partannese Corradino Mineo eletto al Senato con il Pd
del 2013-02-26
(ph. Ino Mangiaracina)
Per la Sicilia, al Senato della repubblica, tra le fila del partito democratico è stato eletto insieme a Pamela Orrù, Venera Padua e Amedeo Bianco, il giornalista partannese Corradino Mineo.
Ecco una breve biografia del nuovo Senatore pubblicata tempo fa su "L'Agave" ad opera di Giovanni Casciotta.
"Chissà quanti ragazzi e ragazze guardando questa foto si chiederanno "Chi è costui?". Ebbene, che è un viso noto e visto da qualche parte si poteva immaginare, ma che nella carta d’identità di questa persona c’è scritto nato a Partanna penso che molti non ne erano a conoscenza, nonostante che dagli archivi sul web qualche lodevole giornalista locale di lui aveva già scritto.
Corradino Mineo nasce nel comune belicino 61 anni fa; trascorre soltanto la sua infanzia a Partanna perché già negli anni 60 si trasferisce a Palermo con la famiglia. Figlio di Massimo e Antonietta, entrambi affermati docenti di matematica, si è laureato in filosofia e giornalismo a Palermo, iniziando a lavorare con “Il Manifesto”, poi entra nella redazione del TG3 prima come caporedattore e poi come vicedirettore della testata.
Si deve la sua notorietà soprattutto come corrispondente RAI a Parigi (1995-2003) e a New York (2003-2006). Dal 2006 è direttore di RAINEWS 24, dove conduceva una fascia oraria trasmessa anche su RAI3, e poi direttore di RAINEWS. Ha ricevuto nella “sua” Partanna qualche anno fa la cittadinanza onoraria per essersi distinto come giornalista di grande esperienza e di notevole cultura".
Di Mineo, in una recente intervista sul tema del legame tra politica, economia e sviluppo sostenibile, mi ha colpito il suo pensiero sul fenomeno dei disastri ambientali. Su tale tematica, lui sornione e schietto risponde cosi
"Il disastro ambientale è quello che vediamo. Tante costruzioni che l’uomo ha fatto, sono costruzioni che hanno favorito questi fenomeni drammatici. Dal punto di vista politico, il disastro ambientale è la natura caratterizzata da una forte incuria dell’autorità statale e da una speculazione che se ne è fregata di qualunque vincolo ambientale.
L’uomo potrebbe benissimo ovviare ai danni. Quando in un terremoto del ’68, in un paese come Partanna, c’era una chiesa barocca che è crollata completamente ed accanto c’è un castello medievale che non ha avuto nemmeno una crepa, significa in sostanza che il castello medievale ha una struttura solida e la chiesa barocca era tutta apparenza. I centri storici è vero che sono a rischio, ma solitamente il maggior disastro e i maggiori morti adesso sono sempre sul “nuovo” costruito negli anni moderni senza regole.
Purtroppo la politica vive dell’apparire, vive di successi, che devono essere immediati. Mentre, per affrontare il problema dell’equilibrio del territorio ci vuol una politica di lungo periodo. Io non credo a una politica dell’emergenza, con l’emergenza tu togli i terremotati dalle tende e li metti nelle case, ma per evitare un altro disastro di quel genere ci vuole una politica di lungo periodo.
Per esempio non devi costruire case che non rispettano le norme sismiche e devi anche saper ottimamente gestire tutto quello che significa eventualmente restaurare. Questo tipo di scelte la politica non ne fa, perché destra o sinistra lavorano per avere un ritorno immediato". Come dire, non si lavora per le generazione future, si vivacchia di tornaconti disonesti che alla lunga portano a tutto quello a cui abbiamo assistito come spettatori paganti.