"Nuove risorse europee per Selinunte" annunciate al Council of Europe Cultural Routes
Il progetto "Rotta dei Fenici" opera in 19 Paesi del Mediterraneo con dieci percorsi tematici.
(fonte: La Sicilia) - del 2013-07-01
Michela Stancheris, ospite a Selinunte ospite del "Council of Europe Cultural Routes", annuncia nuove risorse europee, «aggiuntive a quelle del Programma operativo Fers per il turismo», in capitoli che negli ultimi anni erano stati «abbandonati senza un centesimo speso dalla Sicilia». Il caso più emblematico è un progetto già in piedi: "La Rotta dei Fenici", un network euromediterraneo basato sui segni di un passato punico-fenicio. Dalla "Ruta Iberica" (da Cadice a Ibiza), alla "Route des Phéniciens" che interessa la Francia meridionale e in particolare Marsiglia, fino a toccare Malta, Grecia, Maghreb, Turchia e Libano.
In Italia, oltre ai tesori della Sardegna e al cosiddetto "Cammino di Annibale" (dalle Alpi a Crotone), uno degli itinerari più prestigiosi è quello della Sicilia. Con Marsala e Mozia, Palermo e Solunto (Santa Flavia), ma anche Cefalù, Selinunte, Pantelleria, Erice, Favignana, le isole Egadi, Castellammare del Golfo e Sambuca di Sicilia. A promuovere la scoperta del territorio in chiave archeologica (ma anche naturalistica, enogastronomica e culturale) è il progetto "Rotta dei Fenici", che opera in 19 Paesi del Mediterraneo con dieci percorsi tematici.
Fra questi, riconosciuti dal Consiglio europeo, gli itinerari sulle grandi direttrici nautiche utilizzate dai Fenici dal XII secolo a. C. come vie di comunicazione nel Mediterraneo. La Sicilia è uno dei fulcri di queste direttrici, pre-colonizzata fra l'XI e il IX secolo a. C. per la creazione di punti di appoggio e di scambio e poi meta di sedi stabili dei Fenici dall'VIII sec. a. C. per lo più nella parte occidentale dell'isola. Colonie prima concepite come empori commerciali e poi città fortificate come difesa dai Greci. Gli itinerari sono molteplici, rigorosamente con sessioni di trekking o percorsi ciclabili, nel rispetto della natura.
Tra gli"archeotrekking" proposti c'è ad esempio quello della "Grande farfalla" a Favignana, oltre 15 chilometri lungo il periplo orientale dell'isola fra mare e cave di tufo. Tra le tappe Cala San Nicola, antico porto fenicio, Cala Rossa, baia teatro della battaglia delle Egadi fra Cartaginesi e Romani, il Forte normanno di Santa Caterina. Si visita a piedi anche Erice, lungo le mura ciclopiche elimo-puniche, mentre all'antica colonia di Mozia si arriva in battello dalla laguna dello Stagnone di Marsala.
«Ho scoperto - racconta Stancheris - che di questa meravigliosa initiziativa, la Sicilia, pur essendo capofila, non se ne occupava da quando fu assessore Fabio Granata. Adesso, con l'aumento del plafond per il turismo annunciato dal commissario Antonio Tajani ci sono risorse fino a 1,3 milioni per ognuna di queste "Rotte».
Soldi disponibili per le aziende «per servizi, marketing, cultura», direttamente dallla Commissione europea (un milione di euro) e dal Consiglio d'Europa (300mila euro). E adesso che l'ha tirato fuori dai cassetti impolverati, l'assessore Stancheris vuole riprodurre questo modello di gestione e di finanziamento su altri versanti: «L'Europa ci dice: presentateci progetti seri, idee buone e noi ve li finanziamo extra Fers. E allora perché non pensare a nuove "Rotte"». Giusto: perché non pensarci?
Esempi: «La Rotta dei Vulcani, delle miniere dismesse e magari anche una dei patrimoni Unesco. Tutti legati da un filo, ma anche messi assieme da una nuova politica di gestione delle risorse comunitarie», auspica Stancheris. "Minacciando" di allungare ancora la lista dei potenziali progetti, «aperta come sempre ai suggerimenti e alle idee positive».