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Nuove scoperte nel mare di Torretta Granitola per gli archeologi della Sovrintendenza

di: Margherita Leggio - (fonte: La Sicilia.it) - del 2013-07-18

Immagine articolo: Nuove scoperte nel mare di Torretta Granitola per gli archeologi della Sovrintendenza

Sono immersioni che hanno riservato nuove e importanti sorprese quelle che venerdì scorso una squadra di subacquei della Soprintendenza del Mare guidata da Sebastiano Tusa hanno effettuato tra Puzziteddu e Kartibubbo, a Torretta Granitola, per verificare la recente scoperta dei resti di zanne di elefante segnalati dal subacqueo locale Giampaolo Mirabile. In un fondale roccioso e con ampie spianate di sabbia i sub – oltre a Tusa e Mirabile anche Alessandro Urbano e Gaetano Lino – hanno raccolto numerosi arnioni di selce che potrebbero provenire dal basso Belice.

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  • Questo tipo di pietra era molto utilizzata nei periodi preistorici, soprattutto durante il Paleolitico e il Neolitico e il fatto che sia stata localizzata in un fondale profondo circa 4 metri a detta degli esperti potrebbe indicare ciò che resta di un relitto di nave che trasportava tale mercanzia. Un’altra ipotesi è che nella zona oggi in fondo al mare un tempo ci fosse, sempre nel periodo preistorico, un insediamento abitato che potrebbe essere stato quasi completamente distrutto dall’innalzamento del livello del mare.

    Vicino a quest’area sono stati identificati due ceppi di ancora del tipo ammiragliato con globuli ingrossati alle estremità, dei quali uno con la croce. Non si esclude che siano da mettere in relazione a una lunga e grossa catena che giace poco distante, sempre sul fondo del mare e che insieme si riferiscano all’ancoraggio di una grossa nave che nel XIX secolo tentò di salvarsi in seguito a una forte mareggiata e che, invece, affondò. Una seconda immersione, effettuata sempre a Puzziteddu, ha consentito di individuare sui bordi di una struttura dal perimetro quadrangolare dei blocchi squadrati e modanati relativi a cornici e architravi.

    L’ipotesi è che si possa trattare di una struttura costiera di epoca classica o ellenistica che si ergeva su una emergenza rocciosa costiera a circa un metro di profondità. Una terza immersione ha permesso di censire vari frammenti di tegole in terracotta attribuibili al periodo ellenistico. Gli archeologi hanno visionato la zanna di Elephas Mnaidriensis, lunga oltre un metro e parzialmente conservata e inglobata nel conglomerato naturale di epoca pleistocenica. Nello stesso tratto di mare vennero identificati due molari fossili dell’elefante di media taglia vissuto in Sicilia tra 100.000 e 200.000 anni fa.

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