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Selinunte, l'impresa aggiudicataria rinuncia ai lavori del parco archeologico

(fonte: Gds) - del 2013-07-31

Immagine articolo: Selinunte, l'impresa aggiudicataria rinuncia ai lavori del parco archeologico

L’Associazione Temporanea d’Impresa I.P.E di Mazara rinuncia a continuare i lavori al Parco Archeologico, da poco dissequestrato. I tempi lunghi, circa un anno, di attesa hanno convinto l’Impresa ad optare per la risoluzione del contratto.Una tegola non prevista che rallenta ancora la realizzazione dell’opera pubblica. La normativa consente la facoltà  all’impresa aggiudicatrice dei lavori, di potere rescindere il contratto senza indennità, essendo trascorso un termine superiore ai sei mesi dalla sospensione dei lavori conseguenti al sequestro per presunti reati ambientali, poi rivelatesi inesistenti.

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  • Il legale del Comune Francesco Vasile commenta: ”prendiamo atto della scelta dell’Impresa e pur amareggiato per l’allungamento dei tempi, sono certo che l’Amministrazione farà l’impossibile per accelerare i tempi di prosecuzione con la nuova impresa che si aggiudicherà i lavori”. Dal danno alla beffa, nel senso che si sperava che entro l’anno potevano essere consegnati i 180 posti auto all’interno del maxi parcheggio ,che comprende anche  dieci posti per bus.

    I lavori avevano previsto anche la rimozione della seconda duna, già in parte effettuata dall’impresa uscente, che aveva fatto rivedere parzialmente il tempio E. Il progetto prevede anche l’eliminazione della rotatoria all’ingresso del Parco archeologico, dove è prevista la creazione anche di una zona per spazi commerciali. L’impresa si era aggiudicata i lavori per 1.685.369 euro, con un ribasso del 50,35%.

    Il fatto non imputabile a nessuna della parti contrattuali, precisa il legale del Comune: ”non porterà alla perdita del finanziamento, ma allungherà solo i tempi di consegna dell’opera, visto che il sindaco a Settembre andrà ad espletare la gara di appalto per la ripresa dei lavori”. Intanto il 14 ottobre prossimo la vicenda giudiziaria, innescata dalla denuncia presentata dalla Guardia Forestale, potrebbe portare per i cinque imputati compreso il direttore del Parco Archeologico Caterina Greco all’assoluzione per l’accertata insussistenza del fatto che a suo tempo fu contesto agli imputati. Sul banco degli imputati anche il direttore dei lavori, l’impresa e funzionari del comune e un impiegato del Parco.

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