Chiesa San Domenico, chiarimenti sulla collocazione delle opere d'arte
del 2014-02-28
In foto: 1890 circa - Altare senza statua
In riferimento ad un articolo del 22 Febbraio scorso, pubblicato sul vostro sito col titolo Cosa non va nella Chiesa di S. Domenico: “Impiantistica, collocazione delle opere d’arte e non solo”, vorrei fare alcune doverose precisazioni. Non entro nel merito dell’impiantistica, convenendo comunque che qualcosa potrebbe e dovrebbe essere migliorata, mentre credo utile sviluppare qualche considerazione per quanto attiene la ricollocazione delle opere d’arte, fornendo nel contempo qualche ulteriore notizia storica sui soggetti citati nel suddetto articolo.
Va detto innanzitutto che la statua di San Giovanni Battista, opera egregia del Gagini, non è arrivata in Castelvetrano il 5 aprile 1522 (giorno in cui Giovan Vincenzo Tagliavia divenne conte), giacché essa giunse nel mese di settembre, come inoppugnabilmente risulta da documenti ritrovati dal Di Marzo e dallo stesso pubblicati, nel 1880-83, nel secondo volume I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI , nonché dal Ferrigno in un articolo del 1920. La statua di San Vincenzo Ferrer non fu mai stabilmente collocata sull’altare principale, come si può chiaramente evincere da ben otto immagini, ad incominciare dal 1890, riprodotte in antichi libri o vecchie cartoline.
Essa era stata collocata in quel sito soltanto negli ultimi decenni nei quali la chiesa fu officiata, e quindi non è stato inopportuno non ricollocarla più sull’altare, non essendo, tra l’altro, S. Vincenzo il titolare della chiesa.
Inoltre si fa presente che il simulacro non può essere stato eseguita in onore di Giovan Vincenzo (barone e poi conte tra il 1491 ed il 1538) giacché esso è in cartapesta e questa tecnica a quell’epoca in Italia (figuriamoci in Sicilia) non era ancora usata per i soggetti sacri. Pare che il più antico manufatto in cartapesta conservato in Italia sia un piccolo bassorilievo di Neroccio di Bartolomeo Landi vissuto tra il 1446 ed il 1500 che si trova a Londra, ed una piccolissima Madonna col Bambino di Jacopo Sansovino 1486-1570, conservato nel Museo del Bargello di Firenze.
Più tardi, Alessandro Algardi e poi G. Lorenzo Bernini usarono più ampiamente la cartapesta (ma siamo già nel Seicento). In Sicilia la cartapesta arrivò molto tardi e tra i soggetti più interessanti della nostra isola è proprio il gruppo dell’Aurora di Castelvetrano. Per quanto riguarda la tela di San Raimondo da Pennafort del Carrera – di cui esiste una copia uguale (ma con il torso rivolto nella parte opposta), eseguita un anno dopo, nel Museo Pepoli di Trapani ed altra copia identica a quest’ultima in Spagna - va subito detto che essa non era pertinente ad un altare e che pertanto la sua collocazione nello spazio vuoto, dove era collocata la tela rubata della Madonna del Rosario, luogo più illuminato e prospetticamente più visibile, non sembra completamente inopportuna.
Del resto, se si fosse rigorosamente osservato un criterio filologico, non si sarebbe dovuto collocare La Sacra Famiglia nella cappella di San Domenico. Tale quadro, infatti, era posto alla parete destra del Presbiterio all’altezza dello stemma domenicano. Nell’altare di San Domenico avremmo dovuto mettere un’altra foto?
La tela di Cristo all’orto di O. Ferraro per molti anni è rimasta appesa nel largo pilastro sinistro della cappella del Crocefisso, ma in origine era collocata nel primo altare a sinistra, dove attualmente vediamo la Madonna di Fatima; se, come si auspica, la tela dovesse rientrare in San Domenico (attualmente si trova in San Giovanni) dove dovremmo collocarla? Del resto, la Madonna di Loreto non la si è potuto riportare nella sua nicchia perché questa è stata occlusa.
A proposito, in questa cappella, nei primi anni cinquanta, vi è stata collocata la Madonna di Fatima (attualmente nel primo altare a sinistra), sicché ci si potrebbe ancora chiedere quale delle due statue doveva prendere questo posto? Come si vede, per svariati motivi, non sempre è possibile seguire il criterio storico filologico.
ENZO NAPOLI
Le due immagini dell'altare della chiesa di san Domenico dimostrano che non vi era collocata la statua di San Vincenzo Ferrer.