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Fotografia della società odierna tra Expo, Mose e scandali vari

di: Gianfranco Becchina - del 2014-06-13

Immagine articolo: Fotografia della società odierna tra Expo, Mose e scandali vari

Si ha la sensazione che l’iniziativa di Papa Francesco  per la pace in Medio Oriente sia la prima di una lunga serie di sorprese.

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  • Vien da pensare che se Sua Santità ci ha messo, come si usa dire, la faccia, le cose andranno sicuramente meglio di quanto avvenne nello storico vertice di Camp David, quando fu il presidente americano Clinton a favorire l’incontro di Barak e Arafat, peraltro con esito alquanto deludente,  nell’intento di trovare una soluzione pacifica al conflitto in Palestina.

    Sappiamo come è andata a finire: Arafat avvelenato e la lobby guerrafondaia fino ad oggi più attiva che mai. In compenso si può dire che l’incontro servì a Clinton per far dimenticare agli americani il sexy gate, fatto di innocenti sveltine con la procace Monica nei foyer della Casa Bianca.

    Auguriamo al nostro Papa, che personalmente non ha nulla da farsi perdonare, di riuscire, anche lui, almeno a far dimenticare gli scandali, meno innocentemente sexy, che hanno sommerso la Chiesa  allo sbando. Diciamo che quest’ultimo compito sarà arduo, quanto e più di pacificare il Medio Oriente.

    C’è in arrivo anche una seconda sorpresa: quella, perché no, di un meeting casereccio, sempre nella Casa del Papa, al fine di mettere ordine nel bailamme italiano tutt’attorno al sistema degli appalti.

    Per poter dire basta al malvezzo di casa nostra di produrre ad ogni piè sospinto scandali divenuti ormai incresciosi e ripetitivi, mettendo fine,  una volta per tutte, alla deleteria abitudine degli esclusi di scoperchiare le pentole dei fortunati vincitori delle grasse gare degli appalti.

    Una riunione necessariamente allargata, aperta al mondo degli intrighi e della finanza: agli imprenditori di ogni livello, intermediari, galoppini, sub appaltatori e specialisti nell’aggirare le norme - con le collaborazioni  bancarie del caso - che vietano la circolazione anonima del denaro contante. Soprattutto quella di quei raccapriccianti importi destinati a soddisfare i grandi appetiti.

    Va da sé che, per via della prevedibile esigenza di spazio, l’utilizzo della smisurata Sala Nervi è da considerare scontato.

    Ovviamente, manco a dirlo, la Grande Cupola al completo, in rappresentanza delle istituzioni politiche e finanziarie, occuperà i posti d’onore, quelli riservati ai membri di diritto, con il compito di sovrintendere al dibattito e di emettere la sentenza inappellabile.

    L’ordine verrebbe assicurato dalla Gendarmeria Vaticana, ché quella italiana, in quanto parte interessata, non assicurerebbe la necessaria imparzialità. I Generali, uno (o più) per ogni corpo, i più interessati a metter fine alle reciproche carognate investigative, assicurerebbero il massimo livello di mangereccia protezione.

    Nella sua qualità di ospite, introdurrebbe i lavori Papa Francesco, il quale, con la sua abituale bonomia, esordirebbe più o meno in questi termini:

    “Dilettissimi fratelli e sorelle in Cristo, un sentito grazie per avere accolto così numerosi il mio appello in nome della pace universale.

    Vi dico subito, prima di lasciarvi discutere i fattacci vostri, che le uscite di questa stupenda sala sono state bloccate. Non potrete uscire finché non avrete raggiunto un fraterno accordo sull’attribuzione dei lauti dividendi dei vostri intrighi, dedotto, ovviamente, l’obolo per la Santa Madre Chiesa.

    Nessuno, d’ora innanzi, dovrà rendere conto del proprio passato: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato … .

    Finora avete combinato un casino immenso, vi siti ‘nfamiati tutti quanti. Oggi, siete qui per gettare le basi  di un nuovo sistema di spartizione di appalti, tangenti e prebende varie. Non sto per nulla scherzando.

    D’ora innanzi, a scanso di rischi per la stabilità dell’Italia, ce ne deve essere per tutti: condizione indispensabile per far cessare la Spy Story che, se non si stoppa, condurrà al disastro tutto il Paese, tanto, a questo punto, da farmi nascere serie preoccupazioni per le ripercussioni sul mio piccolo regno, armato sì della Santa Croce, ma che invitta per quanto possa essere sempre stata, una certa paura non riesce ad allontanarla.

    D’altra parte l’apparizione rassicurante, “In hoc signo vinces”, non è detto che continui a circolare nei cieli.

    Bisogna dimenticare quel che è stato, dal sistema democristiano, che a quelli duri d’orecchi somministrava la pace del silenzio nella Palermo di Ciancimino, al quello attuale che impone: se non ce n’è per me, non ce n’è per nessuno. L’omertà innanzitutto, e il ritorno all’uno per tutti e tutti per uno!

    Anche se il sacco d’Italia è alle porte, c’è ancora molto da grattare in giro per i siti storici ed archeologici: rendono molto bene con la scusa che vi si deve operare con le dovute cautele (e al riparo dalle scadenze) che, com’è risaputo, costano un fracco.

    Tanto, sul fatto che alla fine l’esecuzione dei lavori risulterà un massacro non è previsto nessun intervento della magistratura, che, anche volendo, si impantanerebbe su tutta una serie di opinabilità che non la porterebbe da nessuna parte. Lì si scontrerebbe con qualcosa molto più tosto di tutte le mafie.

    Si può sempre rispolverare il metodo dell’ormai famigerato Ponte sullo Stretto, che solo in costi di progettazioni, ciascuno fotocopia del precedente, da sessant’anni in qua ha risanato i bilanci colabrodo del solito ben noto carrozzone. I presidenti dell’ordine degli ingegneri ed architetti, qui presenti, veglieranno a che le future progettazioni passino finalmente di mano in mano.

    I grandi appalti, tipo Expo e Mose, non dovranno più essere appannaggio di quattro voraci gatti: allargare, allargare, allargare … deve essere la nuova parola d’ordine, e la rotazione delle aggiudicazioni dovrà rappresentare il diritto acquisito di ogni categoria.

    Esattamente come si è continuato a fare con gli schieramenti politici: un tot a tutti in proporzione del consenso elettorale. Il compenso spettante ai Grillini potrà essere ripartito con le stesse modalità, finché non si ravvedranno.

    I burocrati, che vedo ben rappresentati in sala, dovranno smetterla di complicare la vita agli imprenditori a  fini di bustarelle, dovranno accontentarsi di una equa “una tantum”, sempre che non facciano perdere tempo.

    Le organizzazioni violente delle due Sicilie dovranno cessare di essere tali, se non vogliono essere escluse dalle spartizioni. Insomma: occorre più fratellanza!

    Fin troppi guai ha causato la loro condiscendenza verso chi, per fini intuibili di destabilizzazione, le ha mandate allo sbaraglio, con il miraggio di un potere che più alla Masaniello di come si è rivelato non poteva rivelarsi.

    Vi auguro buon lavoro. Che il Signore sia con voi, e possa aprirvi le porte d’uscita e chiudervi alla spalle quelle dell’inferno, dove potrei spedirvi senza alcun perdono”.

    Dalle parole del Papa si potrebbe concludere che se il sistema scandaloso delle gare al ribasso venisse abolito, sarebbe cosa buona e giusta.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025