Ricordando la "leggenda del fantasma del guerriero" di Selinunte
del 2015-06-27
Rino Carollo rievoca un curioso ricordo che in tanti forse rammenteranno ossia il "Il fantasma del guerriero di Selinunte":
"Fu in una notte di queste che, all'improvviso, quella quiete venne interrotta da una misteriosa orrenda presenza. Qualcuno ode qualcosa che rompe il silenzio notturno di sempre, gli si accapona la pelle, fugge terrorizzato assieme alla sua bella e racconta l'accaduto. Chi lo ascolta lo sfotte, ma rimane colpito. Il malcapitato racconta di avere udito una sorta di respiro lungo, sofferto, regolare ma forte, troppo forte per essere umano. Sembra un respiro lamentoso, di dolore
Una sorta di respiro affannato di chi sta per mettersi a piangere. Il racconto, non viene creduto ma accende la fantasia. Iniziano i sopralluoghi e chi torna, torna sconvolto.
Hanno sentito il respiro. Terribile. La voce si sparge immediatamente a macchia d'olio. Nei giorni successivi, calato il tramonto c'è un imponente pellegrinaggio al tempio . Tutti vogliono ascoltare il pauroso respiro. Ci vado pure io, scettico. E lo sento !
Mette paura, cerco di scoprire da dove arriva. Dalle colonne? Dall'alto? Dal basso? Dalla campagna? Non si capisce da che posto arrivi, ma c'è chiaro, forte, regolare, pauroso e immanente.
Fa paura. Nei giorni successivi il corrispondente locale del Giornale di Sicilia, Giuseppe Martino, scrive un articolo sullo strano fenomeno e lo intitola:"Il fantasma del guerriero di Selinunte". Ipotizza la presenza di uno spirito in pena, vagabondo, infelice in cerca di eterno riposo, dopo essere stato ammazzato dai cartaginesi.
Il giornale quel giorno andò a ruba. Non si trovava una copia in tutta Castelvetrano manco a pagarlo il triplo. Poi... Poi, come tutte le cose di questa vita terrena, l'arcano venne svelato.
Venne svelato da qualcuno che aveva capito, e sapeva da esperto che il misterioso, terribile respiro ,proveniente dall'oltretomba, altro non era che un comunissimo, naturalissimo, spiegabilissimo verso di un barbagianni, uccello notturno, comune dalle mie parti! Grande fu il sollievo, ma più grande fu la delusione.
Nessun guerriero si lamentava, nessun guerriero invocava il meritato riposo eterno, ma era solo la suggestione collettiva, una bella leggenda nata e subito smentita, che avevano trasformato il verso di un banale uccello nel pianto di un eroe infelice di 2500 anni addietro.