Giovane scrittore partannese trionfa a Torino raccontando Belice post '68. "Grazie Nonno Lorenzo"

“Ero l'unico diciannovenne. Uno dei giudici e organizzatore del concorso quando mi ha visto mi ha istintivamente chiesto se fossi il figlio dell'autore. Perché effettivamente abbassavo di molto l'età media dei vincitori. Primo classificato in tutta Italia.”

Partanna si riscopre con orgoglio e soddisfazione culla di poeti e scrittori con il primo classificato al 23°premio di letteratura del Centro Studi Cultura e Società di Torino, il giovane studente Renzo Leone, maturando al liceo scientifico.  

Una promessa della scrittura belicina che ha partecipato gloriosamente al concorso aperto a livello nazionale a cui si accedeva scegliendo tra diverse tipologie di manoscritti tra cui poesia a tema libero, narrativa breve a tema libero, poesia su identità e territorio, narrativa su identità e territorio, ma anche tesi di laurea.  

Renzo, tu cosa hai scelto?

“Io ho partecipato al concorso per la sezione di narrativa sul territorio parlando della Sicilia post terremoto.”

La scrittura è radicata, è una passione che scorre nel sangue in modo genetico.

“Mia mamma, Maria Grazia Alia partecipa spesso a vari concorsi in giro per l'Italia per questo conosceva il premio di Torino. E' molto felice della mia vittoria, anche perchè è stata lei ad insegnarmi a scrivere.”

Tema dell’opera?

“Ho scritto una storia ambientata nel difficile periodo post terremoto ma senza chiamare in causa ricostruzione o quelle notti di gennaio. Fino a diversi decenni dopo, nella zona c'erano diverse baraccopoli improvvisate dalla protezione civile. Si viveva in semplicità, lavorando i campi e facendo tesoro di quel poco che era rimasto.“ 

Dunque, uno scorcio del Belice post sisma del 1968

“La breve storia che ho scritto vuole essere in qualche modo un ritaglio di vita quotidiana di quel tempo. Quando non si aveva materialmente nulla ma si riusciva ad essere felici. Qualcosa che forse non siamo più capaci di fare.“

Una Sicilia d'altri tempi, ove regnava la bellezza delle piccole cose retrogusto della miseria, con protagonisti un vecchio e un bambino che ruba delle ciliegie dal suo orto.

Chi ti ha ispirato?

“Ho sempre tratto insegnamento dai numerosi racconti di mio nonno Lorenzo, ma ciò che ricordo meglio di lui sono la sua forza e il suo sorriso. Trovava sempre la forza di sorridere e di scherzare su tutto, sulla politica, sull'Inter e sulla sua età. Credo che quello di non dimenticarsi di sorridere della vita sia forse il più grande insegnamento che mi ha lasciato.”

Che emozioni hai provato, sapendo d’aver vinto il primo premio?

“Di sicuro l'emozione più grande è stata la soddisfazione di vincere parlando della mia terra, dei ricordi di mio nonno e di qualcosa che mi appartiene veramente.  

Anche perchè, lo ammetto, è avvenuto tutto un po' per caso. Se mia madre, grande appassionata di scrittura, non mi avesse convinto ad inviare il mio racconto al concorso, sarebbe rimasto tra le pagine di un quaderno.”

Coltivi un sogno nel cassetto?

“Non ho un sogno nel cassetto ben preciso, sono tante le cose che mi piacerebbe realizzare nella mia vita ma, visto che siamo in tema, sarebbe davvero bello scrivere e pubblicare un libro un giorno.”  

La redazione di Castelvetranonews fa un grosso in bocca al lupo a Renzo Leone, giovane perla rara della scrittura del Belice riconosciuta a livello nazionale, nell’attesa di poter leggere un suo libro. Un ulteriore augurio per la sua carriera accademica visto che ha superato brillantemente i test di ingresso al Politecnico di Torino.