L'artista poliedrico cvetranese Antonio Clemente presenta il suo ultimo album "Canzoni nel cassetto"
del 2016-04-21
L’intervista che vi proponiamo è una esclusiva concessaci in concomitanza all’uscita del nuovo album di un artista castelvetranese poliedrico, scrittore, musicista e cantante o meglio cantautore, come i grandi della musica italiana che hanno influenzato la sua formazione, De Andrè e De Gregori su tutti.
Antonio Clemente raccoglie nel suo secondo album le prime “vere” canzoni che ha scritto, intrise di Sicilia di cui ha profonda nostalgia vivendo a Genova.
Antonio, raccontaci il tuo percorso musicale
“La musica l’ho sempre ascoltata, naturalmente, ma ho cominciato a scrivere canzoni verso i 18 anni allorché i miei mi regalarono una chitarra per il mio diploma al Liceo Artistico, e da lì ho cominciato a provare a mettere in musica alcune mie poesie, che poi, poco a poco, son diventate vere e proprie canzoni, quelle stesse canzoni che ho pubblicato nel mio nuovo album 'Canzoni nel cassetto'”.
Quanti anni hai e a che età è avvenuto il tuo debutto?
“Compio 34 anni il 28 aprile. La mia prima esperienza con la musica suonata dal vivo invece è arrivata verso i 23 anni, allorché cantavo nella cover band di rock italiano “La Combriccola”, band che si è sciolta nel 2008, anno in cui decisi di partire per Genova. “
Da quanto manchi da Castelvetrano?
“Dal 2008. Anche se in realtà ero ritornato a viverci nel 2012, aprendoci addirittura la mia prima attività commerciale, il bar letterario Cafè Retrò, esperienza intensa e costruttiva che purtroppo (o per fortuna) si è conclusa nell’agosto 2015. Dopodiché ho deciso di ritornare a vivere a Genova e riprendere in mano i miei progetti artistici.”
Riesci a ritagliare del tempo per tornare a Castelvetrano?
“Sono un nostalgico cronico, ragion per cui quando posso torno sempre molto volentieri. A Castelvetrano, oltre alla mia famiglia e alcuni tra i miei migliori amici, custodisco gelosamente anche alcuni tra i miei più preziosi ricordi. Inoltre, a prescindere dalle mie radici, sono molto legato ai colori e alle atmosfere del paesaggio attorno a Castelvetrano e della Sicilia in genere.”
La tua passione per la scrittura dei testi e canto da dove nasce?
“La passione per la scrittura nasce da un’esigenza spontanea che ho sempre avuto di esprimere ciò che sento e penso con tutti i mezzi artistici di cui sono capace, dal disegno, alla pittura, alla poesia fino alla canzone, appunto. Ovviamente per scrivere bene è necessario leggere, studiare, ascoltare.
Nel mio caso i libri e i dischi sono sempre stati fondamentali sia per la mia crescita artistica che umana"
Parliamo del tuo disco
“Di questo disco avevo già pubblicato 3 singoli con relativi video, tutti presenti su youtube: “Veni l’estati” (brano in dialetto siciliano), “L’essenziale” e “Canzone di Natale.
L’ultimo video è del brano “Piccole emozioni”, canzone che parla della necessità di recuperare le “piccole” e più autentiche gioie interiori, tutte quelle emozioni genuine che ci rendono ciò che siamo veramente e di cui troppo spesso ci dimentichiamo, persi nel tran tran della vita frenetica da “adulti”.”
Ti senti un cantante in grado di dare voce a una generazione?
“Questo non lo so, comunque non credo. Viviamo in un’epoca in cui le generazioni non sono più compatte e coese da ideali comuni come magari succedeva nei decenni passati.
Sicuramente faccio parte di una fascia di individui (quelli nati tra gli anni ’70 e gli ’80) che in qualche modo sono stati ingannati dalla politica e dalle istituzioni e che adesso provano ad avere un ruolo in società, con molta fatica.
Personalmente, spero di riuscire a dare voce perlomeno a ciò che sono e che sento io, sperando che magari qualcuno si possa ritrovare in ciò che esprimo. “
Come scrivi le tue canzoni?
“Non ho una tecnica precisa. In genere parto da una melodia che mi nasce in testa in modo assolutamente irrazionale e spontaneo. Talvolta perfino in sogno. Dopodiché, spinto dalla sensazione che mi suscita la melodia, scrivo un testo che in qualche modo racconti la sensazione stessa con parole adeguate. Ci sono canzoni che nascono in un paio d’ore, altre che richiedono mesi. Dipende anche dal momento.”
C’è stato un momento in cui hai capito che potevi fare il cantautore?
“Sono un ex timido. Quando cantavo con La Combriccola ho affrontato piazze e locali pieni di gente, ed è lì che ho imparato a controllare l’imbarazzo e ad essere disinibito sul palco. Ma all’epoca facevo cover.
Fare il cantautore è un po’ diverso, non si riduce solo a scrivere canzoni ma anche a cantarle davanti a un pubblico, il che è un po’ come mettersi a nudo.
Quando ho cantato per la prima volta una mia canzone davanti a un pubblico che ha apprezzato, ho intuito che probabilmente è quello che volevo fare veramente nella vita. E per quanto sia difficile, ci sto provando".
Il tuo sogno è esibirti con?
"La maggior parte dei miei artisti preferiti, ahimè, sono morti o hanno smesso di cantare. Tra i vecchi, mi piacerebbe molto esibirmi con De Gregori, uno dei cantautori che più mi ha influenzato, specialmente nella sua prima produzione degli anni ‘70. Tra i nuovi cantautori mi piacciono molto Niccolò Fabi, Dario Brunori e Dimartino.”
Hai un nome d'arte?
“Non esattamente, ho deciso di adottare a mo’ di nome d'arte semplicemente il mio cognome: Clemente. Mi piace sia per come suona la parola ma anche per il suo significato che trovo ironico: potrei essere spietato, invece sono buono".
Ringraziamo Antonio per la sua disponibilità. Facciamo un grande in bocca al lupo per questo nuovo album e per la sua carriera.