I saluti di un tempo tra ricordi e antichi usi."Sabbinidica" "Santa e ricca"
di: Italo Profera - del 2016-05-11
Oggi ci salutiamo attraverso convenevoli del tipo buon giorno, buona sera, salve, e mi sembrano tutte forme accettabili. Una volta, quando ero piccolo sentivo spesso "baciamu li manu". Usata spesso nei confronti dei sacerdoti ma anche nei confronti di quelle persone considerate autorevoli, le "persone importanti".
Era un saluto che non mi piaceva, fina da piccolo lo trovavo "antipatico" perchè pensavo che non dovesse esserci tra una persona e un'altra alcun atteggiamento di sudditanza di servilismo. Fortunatamente questo convenevole è scomparso.
Devo dire, per bilanciare, che sentivo anche "sabbinidica" rivolto ai genitori e la risposta era "Santa e ricca", che voleva dire ti auguro una vita santa cioè votata al bene e ricca cioè intensa, ricca di virtù. Lo usavano i miei genitori nei confronti dei nonni ed io lo trovavo assurdo.
Adesso penso quanto ero in errore, mi piace perchè in fondo è finalizzato alla richiesta della benedizione da parte dei genitori e lo trovo bellissimo così come bellissimo è l'augurio che i nonni formulavano con quelle due parole "Santa e ricca". Io salutavo i nonni col ciao e, qualche volta il nonno lo sottolineava: -Ciao! Chi è stu ciau! Se lo chiedeva lui e non lo sapevo io ma è un saluto apparentemente e solo apparentemente confidenziale.
In realtà ciao deriva dalla tradizione veneta. Era in uso salutare i signori col "ciavo" cioè "schiavo" come dire “sono tuo schiavo”, “a tua disposizione”, “comandi”. Cosa c'è di più servile? Eppure criticavo il bellissimo "sabbinidica" per adottare il servile "ciao". Paradossale! Che tempi...