Blue Sea Land 2016: un commento all'edizione appena terminata
di: Attilio L. Vinci - del 2016-10-18
Si è quasi spenta l’eco della edizione 2016 di Blue Sea Land, l'Expo internazionale dei Distretti Agroalimentari del Mediterraneo, Africa e Medioriente promosso dal Distretto della Pesca e dal Centro di competenza distrettuale, in collaborazione con la Regione Siciliana, le Camere di Commercio, le Città di Mazara del Vallo e Palermo, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero delle Politiche Agro-alimentari e Forestali, il Ministero dello Sviluppo Economico, l'Istituto per il Commercio Estero.
E a freddo, o quasi, non pochi, soprattutto l’amico collega Elio Indelicato, mi invitano a fare un commento. Magari fuori il coro … che, per diverse ragioni è intonato esclusivamente a tessere elogi ed ammirazioni.
E’ scontato che anch’io sono della giusta idea che l’evento ha prodotto un grande effetto mediatico; che ha fatto confluire a Mazara un fiume di persone; che ha coinvolto numerose aziende produttrici di eccellenze del territorio siciliano; che, e non poco, ha interessato la culla della più antica e gloriosa civiltà umana, qual è quella dei popoli il cui territorio si affaccia e si bagna nel mare Mediterraneo.
Come sono dell’idea che qualcosa ha lasciato più d’una perplessità. Blue Sea Land 2016 è stata voluta quale edizione contro lo spreco alimentare. A considerare i tantissimi ospiti, i tanti relatori, gli eventi … e altro, non è parso che ci sia stata parsimonia … tanto meno nello spreco alimentare. Non per la chilometrica cubbaidda, fatta preparare da Nicola Fiasconaro, principe della pasticceria siciliana, riconosciuto a livello mondiale, né per l’altrettanto esteso pane cunzatu.
Tantomeno per i tanti coffé break, giustamente offerti nel corso delle decine di conferenze e più di tanti incontri vari. Ma per l’uso e la distribuzione dell’offerta dei prodotti alimetari.
Solo un esempio: la mattina dopo la serata della cubbaida e del pane cunzatu molti angoli della città erano occupati dai due deliziosi alimenti in stato di abbandono. Se … mettendo per oggetto principale di un evento un problema, poi, quel “problema” deve essere il primo ad essere attenzionato: anche per darne esempio!
L’ordine dei giornalisti ha agganciato l’evento, non da tutti gradito, soprattutto dai colleghi con oltre 35 anni di iscrizione all’Albo, alla formazione, considerando credito formativo la partecipazione.
Il primo evento si è tenuto in una sala angusta, con poca luce, e senza aria condizionata, del seminario vescovile, mentre all’ombra si registravano circa 25 – 28 gradi, con i giornalisti alle spalle dei realtori, senza alcun pur minimo appoggio che potesse permettere di prendere appunti, o comunque scrivere.
E, cosa molto significativa, sul tema della tavola rotonda: I Distretti, il sindaco di Petrosino, capofila di un Distretto, ha informato che da 2 anni chiede invano di avere un confronto con l’assessore regionale competente, on. Cracolici (presente all’incontro) e la Presidente del Distretto Agrumicolo siciliano ha dichiarato che non c’è alcuna cultura distrettuale, e perciò la funzione e la sopravvivenza dei Distretti è in seria difficoltà.
L’assessore regionale Cracolici che ha concluso i lavori, ha invitato a sedersi attorno ad un tavolo!!!!!!!!!!!.
Deduzione di diversi colleghi: quel convegno organizzato e sbandierato come “prezioso” momento operativo per i Distretti ha mostrato, al contrario, il nulla! Ben lungi dall’essere i bastian contrario di turno, dando merito a quanto di buono è stato fatto, che, auguriamo porti ritorni veri, pensiamo che una manifestazione molto ben sostenuta da finanziamenti regionali e ministeriali, nonché dalle quote di partecipazione di decine di imprese, può e deve essere migliorata.