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Una eccellenza salemitana nella sanità in Sicilia. Intervista al giovane Dott. Verderame

del 2016-08-10

Immagine articolo: Una eccellenza salemitana nella sanità in Sicilia. Intervista al giovane Dott. Verderame

Nell’immaginario collettivo il medico è pensato col camice bianco, sinonimo di purezza e luce, del senso di vita che tiene fra le sue mani, alle quali il paziente si affida in totale fiducia. Un tempo, il medico era un confidente, alla stregua di un parente, ma ancora oggi il rapporto medico-paziente è ad ampio spettro emozionale.  

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  • Una persona altamente qualificata che svolge quasi una missione, per cui la figura del medico rifulge di un certo alone di altruismo, ma anche tanta etica. Per quest’ultima, basti pensare al giuramento di Ippocrate, che ogni medico presta prima di esercitare la professione, di cui il seguente stralcio:  “Giuro di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale”.  

    Malgrado la nostra terra sia prolifica di promesse e talenti, riesce difficile pensare che medici preparati e brillanti possano esercitare dalle nostre parti, vista la frequente tendenza al “turismo sanitario”, dovuto alle troppe lungaggini e alle carenze delle nostre strutture ospedaliere.

    Eppure, qualche eccezione c’è, come il protagonista dell’ultima intervista di Castelvetranonews, il 36enne salemitano Giuseppe Verderame, medico specializzato in traumatologia, dirigente, con esperienze lavorative in Regno Unito.  

    In cosa sei specializzato precisamente?

    - In ambito traumatologico mi occupo di tutti i segmenti scheletrici ad eccezione della colonna vertebrale con particolare attenzione all’arto superiore;  

    Da quando hai scelto medicina, avevi già chiaro che avresti scelto questa branca della medicina?

    - Decisamente no, ma alla fine ritengo di essere stato inconsciamente influenzato dalla professione di mio padre, anche lui Ortopedico;  

    Ogni quanto riesci a tornare Salemi?  

    - Mediamente ogni 2 settimane, ma il periodo può variare a seconda degli impegni ospedalieri e di aggiornamento professionale;  

    Effettui delle visite?

    - Si a Salemi, Palermo e Cefalù;  

    Tra le tante operazioni fatte quali ti hanno dato maggiore soddisfazione e ricordi con più piacere?

    - Mi permetto di menzionarne 2:

    1-  Una frattura complessa di gomito, esposta, per cui urgente, affrontata con un lungo intervento nelle ore notturne e riguardante un paziente giovane che avrebbe dovuto continuare ad usare l’arto superiore per fini lavorativi. E’ stato il primo vero intervento impegnativo, senza il mio maestro di allora, che ha portato a guarigione il paziente in tempi brevi, restituendolo alle proprie attività lavorative. Ricordo perfettamente “un prima” ed “un dopo “ rispetto a quell’intervento.  

    2- Si tratta di un intervento eseguito negli ultimi mesi riguardante una ragazza di 16 anni in stato vegetativo in seguito ad un grave politrauma da incidente della strada. Oltre ai diversi trattamenti eseguiti con grande dedizione e professionalità dai colleghi della nostra neuroriabilitazione, si è verificata la necessità di trattare la frattura scomposta dell’omero prossimale all’epoca in cui la ragazza non era collaborante.

    Proprio in questi giorni la giovane paziente sta per risvegliarsi dallo stato vegetativo, inizia e interagire nuovamente con il mondo che la circonda e la spalla è tornata mobile e poco dolente non inficiando più per questo il programma riabilitativo che dovrà portare, mi auguro, al completo recupero di tutte le funzioni. Ecco, questo è uno di quei casi che ripaga di tutti i sacrifici fatti in passato e che da la forza per farne altri.  

    Giovane e dirigente nella sua Sicilia. ma allora la buona sanità in Sicilia passa anche dai suoi giovani "figli"?

    - Penso che con la determinazione si possa fare un buon lavoro ovunque; certo passione e determinazione, da sole senza una struttura ospedaliera efficiente, possono non bastare;    

    Hai lavorato anche nel Regno Unito. Quale la principale differenza tra la loro sanità' e la nostra?

    - Più che lavorato, ho avuto la fortuna di seguire per qualche mese attività ambulatoriali e soprattutto di sala operatoria presso un grosso centro di chirurgia della spalla; l’attività che ho seguito era prevalentemente privata per cui non mi sento di poter fare paragoni; una grossa differenza nell’ambito ortopedico è sicuramente il ruolo del fisioterapista che in Inghilterra è molto più centrale che da noi; infine il ricordo di quell’esperienza è uno dei più belli sia professionalmente che umanamente.

    Conoscere posti diversi dai propri aiuta sempre e comunque a crescere, a farti anche apprezzare di più ciò che in casa propria in precedenza non hai apprezzato abbastanza.  

    Sono ancora tanti i siciliani che si fanno curare al nord per poca fiducia nelle strutture locali?  

    - Certamente si anche se, rispetto al passato, credo si senta meno l’esigenza di questi “viaggi della speranza”.                                            

    Ringraziamo il Dott. Verderame per averci dato la possibilità di raccontare un esempio di eccellenza nella sanità siciliana troppo spesso bistrattata nonostante i grandi passi avanti fatti negli ultimi anni.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025