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Dai fratelli Pappalardo al Podestà Tondi. Storia della Biblioteca comunale dal 1848 ad oggi

di: Vito Marino - del 2017-02-02

Immagine articolo: Dai fratelli Pappalardo al Podestà Tondi. Storia della Biblioteca comunale dal 1848 ad oggi

La civiltà umana è nata ed è cresciuta in parallelo con il nascere e lo svilupparsi della scrittura. Con la scrittura l’uomo è riuscito a trasmettere le sue idee e la sua cultura ai posteri e leggere, nello stesso tempo quelle lasciate dai suoi antenati.

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  • Le prime scritture avvenivano su tavolette di argilla, su lamiera o su lastre di piombo. Le più antiche raccolte di tavolette pervenute sino a noi sono quelle di Ebla (circa 17.000 tavolette) e Lagash (ca 30.000), risalenti alla seconda metà del III millennio a.C.. Per il nostro territorio, famosa è la lamina plumbea di Selinunte che il museo Paul Getty ha riconsegnato all’Italia nel 1992.

    Per biblioteca s’intende una raccolta di libri e riviste diretta ad appagare bisogni informativi, come studio, aggiornamento professionale o svago di una utenza di varia preparazione culturale. Oggi, oltre ai libri, le moderne biblioteche sono provviste di altri supporti fisici, come foto, CD, DVD o digitali, accessi a basi di dati, riviste elettroniche, libri e-book. Si considerano biblioteche tanto le raccolte costituite da privati quanto quelle costituite da enti privati e pubblici.

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  • Volendo riesumare la storia della biblioteca di Castelvetrano, riporto intanto quanto scrisse il prof. Leonardo Centonze, bibliotecario anche lui dal 1915 al 1947:

    <<Il primo fondo librario dell’attuale Biblioteca Comunale di Castelvetrano veniva fondato nel 1847 per iniziativa di un gruppo di studiosi e  patrioti del tempo, tra cui il dott. Giovanni La Croce, i fratelli Vito e Paolo Pappalardo sacerdoti, il frate Vincenzo Bonsignore e il canonico Francesco La Croce: ecclesiastici di robusta cultura umanistica e di provata fede patriottica, e, come tali, perseguitati>>.

    Per la storia locale, i fratelli Vito e Paolo Pappalardo, sacerdoti furono maestri di fra Giovanni Pantaleo, anche lui fervente patriota. Dopo i moti del 1848, i promotori di quel primo fondo, in quanto patrioti furono condannati all’esilio. In quegli anni, mentre la Chiesa di Roma era favorevole ai Borboni e al loro operato, il clero del Mezzogiorno, per come scrisse Garibaldi nelle sue “Memorie” è <>.

    Il 9 agosto 1848 a Castelvetrano ci fu l'apertura ufficiale della Biblioteca o meglio della "libreria", come venne chiamata, gestita da un comitato di cittadini e con sede in una delle stanze del Liceo comunale.

    Nel 1862, in seguito alla soppressione del liceo,fu trasferita nell'ex convento di Santa Teresa che si trovava abbinato alla chiesa di San Giuseppe.

    Nel 1867, con la soppressione dei conventi di S. Francesco di Paola, S. Domenico, Cappuccini, Itria, S.Teresa e S. Nicolò e dell’opera dei SS. Cosma e Damiano, la Biblioteca di Castelvetrano come avvenne per le altre biblioteche pubbliche, si arricchì delle opere delle librerie di detti conventi. A questi apporti si aggiunsero le donazioni di alcune biblioteche pubbliche e gli acquisti da parte del Comune.

    Abolite le corporazioni religiose, nel 1869 la biblioteca ebbe degna sede nell’ex convento di San Domenico, dove rimase per cento anni fino al 1968.

    Il primo bibliotecario fu il sig. Antonino Ponte, prefetto d'ordine delle scuole pubbliche. Nel novembre del 1870 passò alle dipendenze del Comune, con la denominazione di "Biblioteca comunale" e con un suo statuto. Nello stesso anno venne eletto bibliotecario il cav. Francesco Paola e la Biblioteca fu tenuta aperta al pubblico sia al mattino che nelle ore pomeridiane.

    Nel 1872 la Biblioteca contava circa seimila volumi, tra cui circa 980 cinquecentine di rara edizione, di aldine e di giuntine e una importante raccolta di 48 incunaboli. Nel 1884, in sostituzione del defunto cav. Paola, subentrò il prof. Carmelo Lentini che rimase in carica fino al 1914, anno della sua morte. Gli succedette nel 1915 il sig. Leonardo Centonze dal quale la Biblioteca di Castelvetrano prende oggi il nome.

    Nella delibera 448 del 10/7/1929 si legge che il podestà Riccardo Tondi fece anticipare << a questo bibliotecario sig. Centonze Leonardo la somma di £ 500 allo scopo di arricchire di nuove opere questa biblioteca comunale>>.

    Da quanto scrive il Centonze su “Scuola di Bibliografia Italiana di Reggio Emilia” << nel 1935 presso la Biblioteca Comunale di Castelvetrano esistevano 10.667 volumi, oltre a un non indifferente numero di cinquecentini, tra cui molti classici di rara edizione; oltre a non pochi esemplari di aldine e giuntine, la Biblioteca dispone di una doviziosa raccolta di incunaboli, fra cui diversi di particolare importanza, che per l’invidiosa attività della Scuola di Bibliografia Italiana vengono qui pubblicamente segnalati agli studiosi.

    Ad eccezione del Roezio, dell’Euclide, dell’Orazio e del Quintiliano, acquistati dal Comune in epoche diverse nei secoli andati, codesti incunaboli formavano degno ornamento delle soppresse Librerie monastiche>>.

    E’ giusto precisare che con il termine incunabolo (dal latino incunabulum - plurale incunabula), che significa "in culla", a volte detto anche quattrocentina, si definisce convenzionalmente un documento stampato con la tecnologia dei caratteri mobili negli  anni che vanno dal 1455 (anno in cui venne introdotta in Europa la stampa a caratteri mobili) al 1501, quando le opere a stampa vennero dette cinquecentine.

    Per Aldina si intende un volume tipografico quattrocentesco o cinquecentesco creato a Venezia dallo stampatore e umanista Aldo Manuzio dal 1494 al 1515 da cui prende il nome. Rispetto alle stampe precedenti presenta maneggevolezza e portabilità.

    Il Giuntino è un volume della tipografia dei Giunti, famiglia fiorentina di tipografi-editori che nei sec. 15°-16° stampò, in varie città italiane ed estere, libri in edizioni molto pregevoli.

    Secondo il Ferrigno la biblioteca era sussidiata malissimo dal Comune e dalla Provincia e, nel tentativo di risvegliare l’interesse della gente pubblicò un fascicoletto nel quale, costatando con dolore l’arretratezza culturale di Castelvetrano, si rivolse all’amministrazione comunale, esortandola a “mettere un occhio a questo importantissimo affare della biblioteca”.

    L. Centonze, da autodidatta seppe farsi da solo una cultura vasta e profonda; con la sua permanenza di alcuni anni negli Stati Uniti acquistò un’esperienza bibliotecaria all'avanguardia rispetto a quella locale; a lui si deve l'istituzione del registro d'ingresso dei volumi e l'introduzione del sistema di catalogazione a schede mobili, con l'aggiornamento dell'inventario topografico di tutti i libri, dal 1887 al 1913.

    All'età di 78 anni, nel 1947, abbandonò il suo incarico e gli succedette l'avv. Giuseppe Di Blasi che continuò l'opera del suo predecessore fino al 1985, anno della sua morte.  Nel 1983 entra in funzione la nuova sede della biblioteca comunale posta in via Garibaldi 50.  Nel 1985 divenne responsabile della Biblioteca la dott.ssa Antonietta Cancemi; seguì la dott.ssa Maria Morici.

    Da dicembre 2007 a gennaio 2008 ha avuto luogo la "Mostra del Libro antico", che è stata finanziata dall'Assessorato regionale ai BB.CC.AA., ed è stata curata dalla dott.ssa Antonietta Cancemi. Dal mese di agosto 2016 responsabile della biblioteca e del museo civico è la dott.ssa Maria Josè Marrone.

    Da quel momento la Biblioteca cerca di cambiare volto e di adeguarsi ai tempi.

     Intanto, in occasione della ricorrenza della festività dedicata all’Immacolata, l’otto dicembre 2016, si è svolto il  progetto: “Il Mercatino del libro usato”.

    Nel passato per le biblioteche era prevista la distruzione di tutti quei libri considerati inservibili e riconosciuti per validi motivi di nessuna utilità pubblica.

    In considerazione che ogni libro è il simbolo della cultura e, in quanto tale non si deve bruciare, per permettere a chi è interessato di poterne usufruire gratuitamente, detti libri sono stati messi esposti su delle bancherelle davanti la biblioteca a disposizione del pubblico; era gradita soltanto un’offerta che sarebbe servita all’acquisto di altri libri per la stessa biblioteca.

    Oggi la biblioteca partecipa ad un progetto  “Lavoro e formazione”, un piano anticrisi regionale, che prevede, per gli studenti delle scuole superiori la frequenza presso luoghi di lavoro, pubblici e privati. Nel caso specifico gruppi di studenti, per circa 15 giorni ciascuno, seguono lo svolgimento giornaliero del lavoro di biblioteca.

    Recentemente la Biblioteca ha aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale Opac SBN, che collega fra di loro biblioteche statali, di enti locali, universitarie e private operanti in diversi settori disciplinari, tramite il servizio internet: “opaccatalogosbn”; inoltre, con collegamento a  www.bibliotp.it si permette di accedere al polo provinciale di Trapani, ove operano 29 biblioteche per la gestione autonoma di ogni singola biblioteca della Provincia.

    L'OPAC SBN, alla data del 2/1/2017 consente l'accesso a 16.078.371 notizie bibliografiche, corredate da 83.338.989 localizzazioni.

    Per citare dei dati statistici sul lavoro svolto dalla biblioteca di Castelvetrano, nel 2016 sono stati consultati 3000 libri e dati in prestito 1500 volumi e 500 (on line).

    La biblioteca ha, alla data odierna, un patrimonio bibliografico di circa 50.000 volumi. E’ aperta al pubblico tutti i giorni, escluso il sabato, dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e nelle ore pomeridiane dalle 15,30 alle 17,30.

    La Biblioteca non è frequentata solo da utenti di Castelvetrano ma anche da quelli dei paesi limitrofi ed offre, anche, la consultazione delle gazzette, sia regionali che nazionali.

    In sala lettura, si possono leggere i quotidiani "Giornale di Sicilia", "la Repubblica" e il "Corriere della Sera" e di molti periodici tra cui Artecultura, Kos, I Viaggi, Panathlon International, Symposium, Sicilia foreste, Calcio illustrato, Belìce c’è, Bell'Italia, Hiram, Ciao Sicilia, Gazzetta dello sport, Hiram, Kleos, Agave, L’Opinione.

    L’edificio a due piani, che trovasi in Via Garibaldi, ad angolo con Via Francesco La Croce, (ex  Vicolo delle Anime Poverelle) divenne proprietà comunale nel 1881. Lo stabile, prima di quella data apparteneva alle signore Concetta e Leonarda Alfonso Errante. Fino al 1950 circa fu adibito a scuola elementare femminile, ma, divenuto ormai fatiscente fu ristrutturato di recente per essere adibito a museo selinuntino e a biblioteca comunale.

    Attualmente, il personale della Biblioteca è composto da 18 unità  che si adoperano con impegno e disponibilità per soddisfare, quanto più possibile, le richieste del pubblico sia del museo civico a piano terra che della biblioteca al piano superiore.

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