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Investire tutto e subito o distribuire i propri risparmi nel tempo? Ecco alcune risposte

del 2016-11-30

Immagine articolo: Investire tutto e subito o distribuire i propri risparmi nel tempo? Ecco alcune risposte

Due approcci differenti, rischi opposti e ritorno sull’investimento diversi: cosa fare?  

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Non esiste una regola valida per tutti, è bene precisare questo come prima cosa. In tantissimi si saranno chiesti quale possa essere la scelta migliore, quella vincente: ebbene, non esiste. La matematica non è un’opinione, ma il mercato è ben altra cosa: imprevedibile, folle e dannatamente contraddittorio. Investire tutto e subito o distribuire i propri risparmi nel tempo?  

    Questo dubbio amletico pervade gli investitori da sempre, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando. Ogni euro messo da parte è frutto di lavoro (per chi ce l’ha) e sudore, ecco dunque che il timore di veder perso quel poco a disposizione è sempre più alto. Occorre fidarsi innanzitutto di se stessi e delle proprie competenze, prima ancora che di qualsiasi consulente.

    A tal proposito, regola n.1, sarebbe buona norma godere di un minimo di sapienza in materia, per non arrivare completamente impreparati a cospetto di chi ci offrirà e prometterà mari e monti. Occorre capire l’interlocutore, cosa dice e soprattutto cosa può davvero consigliarci: questo verbo è il termine più idoneo quando si parla di investimenti, non esistono promesse o garanzie di successo. Sono due le strade che si pongono davanti all’investitore: un all-in, nel più breve tempo possibile e finalizzato a cogliere l’attimo giusto sul mercato. Questo metodo è denominato Pic, piano di investimento capitale, comporta rischi maggiori ma possibilità di ritorno sull’investimento altrettanto alti. E’ ovviamente un’azione consigliata a chi dispone di una cifra interessante da mettere sul banco: consapevole dei rischi che corre, ha la possibilità di sacrificare un buon tesoretto in nome di un possibile ritorno ad alte cifre.

    Il bivio vede la seconda strada occupata dal metodo Pac, piano di accumulo capitale: rischi molto bassi, cifre dilazionate nel tempo e metodo adatto per i piccoli risparmiatori che possono permettersi una cifra mensile fra le 120 e le 250 euro circa, in media. Tendenzialmente è quest’ultimo il piano d’azione capace di portare più introiti, perché comporta meno rischi e dunque una possibilità di attivo maggiore, ma ovviamente a cifre più basse. Il piano Pic è invece l’ideale per chi ha magari ottenuto un’eredità o realizzato una vincita importante, dispone dunque di liquidità e margine di rischio elevato.

    A lungo termine le differenze fra i due diversi approcci si assottigliano, in termini di ricavi e rischi, ecco dunque che risulta sempre preferibile adottare un metodo Pac che garantisca mensilmente un ingresso di danaro quasi certo, l’uso dell’ipotetico resta d’obbligo, a numeri relativamente bassi ma che possono sempre fare la differenza e rappresentare un buon plus per una famiglia dal reddito medio. Chi vuole rischiare, lo fa consapevolmente, ma il mercato spesso non è poi così differente da una roulette russa: butti il pallino e non sai dove può fermarsi. E la sorte non sempre, o forse quasi mai, è amica dell’investitore inconsapevole. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025