“Via i Fracassoni dal centro storico di Roma”. Perchè censurare l'arte di strada?
del 2017-03-17
(ph. www.ilsitodifirenze.it)
Domenica 12 marzo mi sono concesso un giorno di relax a Ostia in compagnia d’un carissimo amico d’infanzia che lì abita da tempo. Durante la consumazione d’un dolcetto al bar, ho posato casualmente gli occhi s’un articolo pubblicato dal settimanale “Ostia Oggi” che riportava il seguente titolo “Dal Colosseo al Pantheon via i “Fracassoni” dal centro storico di Roma”.
Leggendo l’articolo ho appreso che i “Fracassoni” non erano altri che gli artisti di strada che popolano da tempo immemore le strade dei più rinomati centri urbani del mondo. Mi sono molto risentito, poiché così facendo si censura l’arte proprio in un momento in cui essa potrebbe dare molto all’economia disagiata d’un paese.
Tutto questo al di là da qualsiasi ideologia politica provenga chi ha emanato il provvedimento d’interdizione. Fra l’altro, finita la consumazione al bar, passeggiando lungo il magnifico litorale di Ostia, ci siamo imbattuti proprio in alcuni artisti di strada che a vario titolo intrattenevano il pubblico con le loro perfomance musicali, clounesche o acrobatiche.
La gente si divertiva, i bambini erano incuriositi e tutto intorno aleggiava un clima di serenità e di ristoro quasi mistico. Allora mi chiedo: “Dov’è il fracasso?”. Dall’enciclopedia Treccani alla stessa voce si legge: “Strage, rovina, distruzione. Rumore violento di cosa che si fracassi o venga fracassata, e in genere grande rumore, frastuono”.
Ma cosa c’entra tutto questo con gl’interventi musicali di bravissimi artisti che hanno scelto di donare la loro arte senza chiedere alcun compenso in cambio se non un qualsiasi cenno d’apprezzamento espresso solo con un applauso o con un’offerta libera in denaro?
Mortificare mercificando la figura dell’artista di strada, per me nobile, è davvero contro qualsiasi etica di vita e contro chi dell’arte ha fatto il suo modus vivendi.