La “Sindrome del Bimbo Dimenticato”. Quando l'amnesia si trasforma in tragedia
del 2017-06-20
(ph. www.booble.it)
Alle ore quattordici del 7 giugno 2017, terminato il proprio turno, un’impiegata trentottenne dipendente quale segretaria del Comune di Castelfranco di Sopra in provincia di Arezzo, s’avvia verso la propria macchina, una Lancia Ypsilon posteggiata al mattino davanti al municipio, prima di raggiungere il proprio posto di lavoro.
Dopo essere salita sull’auto e girandosi per effettuare la retromarcia, s’accorge che la sua piccola Tatiana, unica figlia di sedici mesi, invece d’essere all’asilo nido dove avrebbe dovuto lasciarla prima di recarsi in ufficio, era lì dimenticata sul seggiolino dell’auto con a fianco lo zainetto di Peppa Pig.
Sembra che dorma, con quel suo visetto di bambolina porcellanata. L’ansia, la preoccupazione, il panico assale la mamma: mia figlia sarà ancora viva?
Le urla, la rabbia, lo sconforto e lo smarrimento l’ammantano quando abbracciandola si rende conto che la bambina non respira più, morta per arresto cardiaco da asfissia dovuto al caldo eccessivo creatosi all’interno della vettura, ipertermia. Dopo lo strazio inizia l’incubo.
Adesso, oltre alla più totale disperazione, dovrà rispondere dell’accusa d’omicidio colposo e abbandono di minore, anche se in precedenti casi gl’incauti genitori colpevoli sono stati scagionati, poiché è stata riconosciuta loro l’incapacità in quei momenti d’intendere e di volere.
La diagnosi: amnesia dissociativa dovuta a una fatale dimenticanza della quale può essere colpita la parte della nostra corteccia cerebrale, quella che conserva la memoria motoria. I genitori di Tatiana hanno acconsentito all’espianto degli organi del loro piccolo angelo per donarli ad altri bimbi, ammalati.
C’è da dire, comunque, che in America, dove fatti analoghi ne accadono in media trentotto all’anno, Justin Ross Harris sta aspettando ancora il verdetto della Suprema Corte che potrebbe decidere anche per la sua condanna capitale, proprio per aver causato la morte della figlia dimenticandola sull’auto.
La patologia è definita “Forgotten Baby Syndrome” (FBS), che tradotto in italiano significa “Sindrome del Bimbo Dimenticato”. Sindrome che secondo Sara Connolly, una pediatra statunitense, può potenzialmente colpire tutti noi per come, peraltro, hanno affermato alcuni sventurati protagonisti di questi tragici fatti.
Paola Vinciguerra, nota psicologa presidente dell’“Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico” (Euodap), ha dichiarato che nel cervello umano avviene come un black out mnemonico dovuto a diversi fattori quali: L’eccessivo stress o la mancanza di sonno o la disattenzione, per come afferma anche il professor David Diamond, docente di fisiologia molecolare all’University of South Florida di Tampa.
Il dottor Diamond spiega che in questi casi la parte mnemonica del cervello surclassa la parte cognitiva, l’ippocampo. Le preoccupazioni e il ritmo frenetico ai quali siamo costretti tutti i santi giorni del nostro vivere quotidiano, determinano un accavallarsi d’incombenze, doveri, impegni e quant’altro che spesso fanno andare in tilt i nostri neuroni cerebrali. Insomma, non ce la facciamo proprio più a sopportare e supportare un tale gravoso carico.
Non credo ci possa essere evento peggiore di un’esperienza così orribile e devastante come quella di perdere un figlio o una figlia in tenera età e in una maniera così atroce e inconcepibile. Non conforta certo sapere che questi avvenimenti non sono affatto isolati. Ricordiamo il caso della bimba di diciassette mesi di Vada in provincia di Livorno, morta all’ospedale pediatrico di “Meyer” a Firenze, dopo avere subito la stessa sorte dell’innocente Tatiana. Era il 27 luglio dell’anno scorso.
E anche quello del 1° giugno dell’anno 2015 a Vicenza, dove una creatura d’appena diciassette mesi, Gioia, è morta in macchina per lo stesso motivo. Il 4 giugno 2013, a Piacenza, Andrea Albanese di quarantadue anni dimentica in macchina il suo piccolo Luca di due anni, causandone la morte. Il 27 maggio 2011 a Passignano sul Trasimeno, nei pressi di Perugia, muore Jacopo d’appena undici mesi, un piccolo angelo anch’egli dimenticato in auto. Pochi giorni prima, il diciotto dello stesso mese, a Teramo, stessa terribile, tragica e assurda sorte per Elena Petrizzi, di ventidue mesi, dimenticata in auto dal padre, un docente universitario.
Nell’anno 2008, a Merate in provincia di Lecco, la piccola Maria e nel 1998, a Catania, Andrea, entrambi d’appena due anni, morti per un’incomprensibile fatalità. Andrea Albanese, in seguito ai dolorosi fatti dei quali è stato allo stesso tempo colpevole e vittima, s’è fatto promotore d’un disegno di legge che disciplini questa delicatissima materia, supportato anche dal Presidente del “Codacons” Carlo Rienzi.
La loro battaglia tende a obbligare il guidatore all’installazione d’un dispositivo acustico, un sistema d’allarme in grado di segnalare la presenza d’un bimbo a bordo. Ha anche creato un gruppo Face book "Mai più morti come Luca" con l'obiettivo d’apportare una modifica all’articolo 172 del codice della strada per scongiurare simili incredibili tragedie.
Sarebbe consigliabile e auspicabile che rallentassimo i nostri ritmi, dando priorità alle cose veramente importanti che riguardano la nostra vita e quella di chi amiamo più di noi stessi, onde prevenire ed evitare altre simili tragedie assolutamente inaccettabili.