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"Esuberanza, goliardia ed estro artistico. Ciao Paolo, ci mancherai"

del 2017-06-20

Immagine articolo: "Esuberanza, goliardia ed estro artistico. Ciao Paolo, ci mancherai"

Si potrebbe dire che un’altra stella è stata inghiottita da un insaziabile buco nero. L’ultimo viaggio, però, della stella di Paolo Filippi non è stato verso il buio più profondo, ma verso un tunnel di luce che l’ha condotto in una dimensione certamente più consona alle sue esigenze spirituali.

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  • Personaggio sicuramente il più estroso nel mondo musicale nostrano, è stato da sempre per tutti il dottor Filippi poiché laureato. Avendo avuto da giovane la possibilità di studiare la musica, è stato anche uno dei pochi più preparati rispetto a quasi tutti noi musicanti a orecchio.

    Il suo primo maestro fu il bravissimo violinista Ascenzio Errante. Con lui cominciò il solfeggio che allora doveva essere studiato per diversi mesi prima di potere passare allo studio vero e proprio dello strumento.

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  • Un altro suo grande maestro, dopo Errante, fu il clarinettista Pietro Polizzi, molto preparato e pretenzioso, nonché uno dei più abili maestri del passato della nostra banda comunale. Fu, però, col maestro chitarrista Salvatore Guttadoro, originario di Pantelleria, che, finalmente, ha potuto mettere le mani su uno strumento, la chitarra. Paolo imparò molto in fretta. Oltretutto egli era anche allievo dello scomparso eccellente educatore professor Rosario (Sarino) Di Bella al quale era rimasto profondamente legato.

    Il dottor Filippi, nella sua lunga carriera artistica, ha composto centinaia e centinaia di canzoni di cui alcune di successo. Coltivando un’innata immensa passione per la musica, continuò da solo a studiare il pianoforte e, in età più matura, il flauto traverso. Per queste sue doti musicali fu molto ricercato dalle orchestre che lo chiamavano da tutte le parti della provincia di Trapani e nelle più svariate occasioni.

    Le peculiarità di Paolo sono sempre state le esuberanze, le stravaganze a ogni costo, le goliardie dettate dal suo innato estro artistico e per il quale si è guadagnato l’epiteto di folle, come lui stesso, simpaticamente, ammetteva “Folle sì, ma non certo pazzo. Oppure pazzo, ma d’amore. Amore per tutto ciò che è arte, libertà, passione, fede”.

    Tra le sue più note stravaganti bizzarrie mi piace ricordare quando andava in giro con la sua prima cinquecento per le vie di Castelvetrano, siamo nel 1963, ove al posto del classico suono del clacson d’una qualsiasi auto, egli riproduceva il muggito d’una mucca tramite una membrana fatta costruire apposta e inserita all’interno del clacson stesso.

    Nel frattempo, e sempre dalla sua cinquecento, esponeva in bella vista una pipa calamitata e fumante che faceva arrivare alla sua bocca tramite un tubo di gomma. E ancora quando lasciava, durante una breve assenza dal suo negozio di via IV Novembre, la registrazione di genuini cinguettii d’uccellini, a ciclo continuo e a volume tale che quasi tutti gli abitanti della strada sentivano il suono e immaginavano che in quel negozio avessero aperto un'uccelleria.

    Nell’anno 1964, profittando dei sistemi audiovisivi di cui era un grande mago e precorrendo i tempi, costituì una società con Vincenzo Montalto, noto e parimenti estroso fotografo castelvetranese. Insieme cominciarono per primi a produrre films professionali per le coppie di sposi che desideravano avere immortalato il giorno più bello della loro vita anche con immagini in movimento e non solo fisse come quelle del servizio fotografico.

    Il suo negozio “Elettronica Musicale”, aperto nell’anno 1970, è stato il primo a Castelvetrano fornito di tutto ciò che poteva servire a un giovane che inizia a studiare la musica. Nello stesso anno ha prodotto il suo primo 45 giri, “Gocce d’acqua”, un capolavoro per quei tempi di sessantottina memoria, in cui le canzoni proposte erano soltanto delle mielose dichiarazioni d’amore, anche se con quel pizzico di spensieratezza di cui c’era molto bisogno in quel periodo di “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Il secondo 45 giri, prodotto nell’anno 1978 con l’etichetta Unifunk, era intitolato “La La La” e cantata dal duo “Diapason”.

    Paolo Filippi, dopo aver suonato con molte orchestre castelvetranesi e prima di ritirarsi nel suo tanto amato negozio di strumenti musicali, è stato il primo a Castelvetrano a proporsi nei matrimoni da solo con tutta una strumentazione elettronica che gli permetteva d'emulare un’intera orchestra. Tutto questo ancor molto prima che le volgarissime basi musicali abbiano letteralmente ucciso ogni possibilità di dare estro alla propria professionalità, permettendo a chiunque, anche a chi con la musica ha davvero poco a che spartire, di potere gestire ogni tipo di servizio musicale pur non conoscendo alcuna dinamica strumentale.

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