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La figura del Boia dall'antichità ad oggi tra contestazioni e diritti violati

del 2017-05-21

Immagine articolo: La figura del Boia dall'antichità ad oggi tra contestazioni e diritti violati

(ph. www.3.bp.blogspot.com)

Con l’approvazione alla Camera della nuova legge sulla legittima difesa e con il nuovo disegno  di legge del parlamento europeo scritto dal deputato Carlo Mansoni che, se sarà approvato,  ripristinerà la pena di morte a partire dal prossimo 1 gennaio 2018, una vecchia/nuova figura  potrebbe ritornare a operare anche in Italia.  Sto parlando del boia che ci catapulterebbe in un vero e proprio scenario da medioevo. Non  ritornerà certo la mannaia o ghigliottina che dir si voglia né altro tipo d’esecuzione truculenta  con il boia che nasconde il viso all’interno d’un cappuccio nero, ma soltanto la  somministrazione d’una sostanza letale che lo stesso inietterà nel corpo del condannato per  come avviene ancora oggi in molti Paesi.  

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  • Come non ricordare nel celeberrimo film “Il miglio verde” con Tom Hanks la scena del boia di  turno che, non imbevendo bene il panno nell’acqua da mettere sotto il casco, non permise al  condannato una rapida morte. Una scena davvero raccapricciante che può dirla tutta sulle  condanne a morte.  

    Nella sola Francia, durante il periodo della “Rivoluzione Francese”, le esecuzioni per mano dei  boia sono state circa 14.000, comprese quelle del re Luigi XVI, della regina Maria Antonietta,  di Robespierre e di qualcuno di loro stessi. Fu nel lontano 1889 che in Italia fu abolita la pena  di morte, ma reintrodotta dal Duce con il famoso “Codice Rocco” del luglio 1931, eseguita sullo  stesso Benito Mussolini il 28 aprile 1945. Risale al 5 marzo 1947 l’esecuzione dell’ultima  condanna a morte. Dal 1 gennaio 1948 fu abolita definitivamente per i reati civili, mentre per  quelli militari il 13 ottobre 1994.  

    La pena di morte è stata comminata anche dallo Stato Pontificio che soltanto nell’anno 1969  l’ha sospesae rimossa del tutto nell’anno 2001 per ordine di Papa Paolo VI. Quando dal  prossimo 1 gennaio sarà ripristinata ancora una volta ci sarà un bel da fare, come già detto,  per i nuovi boia.

    Lavoro prettamente maschile, ma che in rarissimi casi risalenti ai secoli XVII, XVIII e XIX è  stato messo in opera anche d’alcune donne che hanno materialmente provveduto alle  esecuzioni. Nell’antica Grecia il boia era colui che uccideva i buoi e proprio dal termine greco  boietai si fa risalire l’etimologia di boia.

    Considerato alla pari d’un infame, alla morte il suo  corpo era sepolto ai margini del cimitero distante dagli altri defunti.  Il più famoso boia di Roma fu Mastro Titta, alias Giovanni Battista Bugatti. I più moderni  boia oggi sono identificati con i combattenti dell’Isis, i temutissimi tagliagole. Il termine boia  acquisì nel tempo diversi significati, sempre dispregiativi, e non soltanto quello specifico  d’esecutore di condanne a morte o carnefice. Ancora oggi lo si utilizza spesso per indicare  qualsiasi persona che si macchia di un’onta oppure come esclamazione di rabbia in genere.  Lo usiamo tutti oramai per indicare qualcosa che ci dà fastidio, verso tutti e tutto ciò che non  incontra il nostro favore.

    Molto presenti gli attivisti di “Nessuno tocchi Caino”, l’associazione ONG senza scopo di lucro  nata allo scopo di garantire la giustizia, ma senza usare la vendetta. Essa dall’anno 1993  combatte contro l’applicazione della pena di morte in qualsiasi Stato essa è in vigore. Dal  prossimo anno, evidentemente, il loro impegno in favore della vita a ogni costo dovrà farsi  molto più incisivo e determinante.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025