Le balbuzie e la correlazione con l'ansia. Origini e cause di un disturbo spesso genetico
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2017-09-20
La balbuzie è un disordine del linguaggio caratterizzato da ripetizione di sillabe, parole o frasi, suoni prolungati, blocchi nel corso della conversazione, esitazione o pause prima di esprimere un concetto.
Possiamo definire la balbuzie come una disfunzione del coordinamento dei muscoli coinvolti nella funzione linguistica. Più di 55 milioni di persone al mondo soffre di questo disturbo, la maggior parte sono uomini. Le origini di tale disturbo possono essere di tipo genetico (75% dei casi) o nel difetto della forma dei lobi temporali. Ma non sono da escludere assolutamente le cause psicologiche.
La balbuzie è un disturbo fortemente correlato all’ansia: in questo caso la persona che soffre di tale disturbo non ne mostra i sintomi quando è sola, o quando si ritrova a svolgere azioni di piacere (come ad esempio cantare). Rossore e sudorazioni sono dei sintomi che accompagnano spesso tale disordine del linguaggio quando è di carattere ansioso.
Ciò che accomuna maggiormente chi soffre di questo disturbo è la difficoltà nell’esprimere emozioni e bisogni e un totale senso di inadeguatezza in ogni circostanza. Nei bambini, il problema insorge tra i 2 e i 4 anni, ma è possibile iniziare a trattarlo tra gli 8 e i 9 anni se il disturbo persiste.
Ricordiamoci che nei bambini lo sviluppo del linguaggio avviene soprattutto per imitazione, quindi è opportuno rivolgersi a loro sempre in maniera chiara e scandita. Bisogna evitare di amplificare i difetti di pronuncia o di parlare sopra di essi; è più corretto non dare importanza per evitare di mettere il bambino in difficoltà e in imbarazzo.
Se il problema dovesse persistere sarà il medico ad indicare il consulto di un neuropsichiatra infantile.