Risarcimento per "ingiusta detenzione" ad un uomo di Gibellina. Era stato arrestato nel febbraio 2010
del 2018-05-02
La quarta sezione penale della Corte d’appello di Palermo ha riconosciuto un risarcimento per "ingiusta detenzione" di 176 mila euro a Vincenzo Salvatore Onorio, 63 anni, di Gibellina che il 16 febbraio 2010 fu arrestato dai carabinieri nell’operazione "Nerone" con le accuse di associazione mafiosa e tentata estorsione. In carcere Onorio vi rimase per due anni e 11 giorni (fino al 27 febbraio 2012).
Un pentito sosteneva che Onorio, produttore caseario, era uomo del clan capeggiato dal boss latitante Matteo Messina Denaro. Ma il 14 luglio 2015, la Cassazione ha annullato (senza rinvio) la sentenza di secondo grado, riqualificando il reato di tentata estorsione in "esercizio arbitrario delle proprie ragioni", un reato che prevede solo una pena pecuniaria ed è punibile a querela di parte. Ma dal momento che la parte offesa non aveva sporto querela, l’assoluzione è stata definitiva.