Come reagire in caso di rapina? Alcuni consigli per una migliore difesa
di: Dott. Francesco Marino criminologo - del 2018-01-26
Nella foto, tratta dalla rete e poi elaborata, è immaginata un’azione criminale di rapina. Il delitto di rapina è annoverabile tra i reati contro il patrimonio. Esso è commesso da chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene o da chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l’impunità.
A tanti di noi sarà capitato di ascoltare o leggere comunicati di rapine. Spesso valutiamo quei fatti come avvenimenti lontani dalla nostra realtà o li immaginiamo episodi che possono interessare solo altri. E’ concepibile che le medesime considerazioni siano state pensate prima, anche da chi poi ha subito l’abuso.
Sotto il titolo sommario di rapina sarebbero comprese due diverse figure criminose: la rapina “propria” in cui la sottrazione si realizza per mezzo della violenza o della minaccia, e quella “impropria”, in cui, dopo la sottrazione, il criminale utilizza la violenza o la minaccia per assicurare a se stesso o ad altri il potere di fatto sulla cosa sottratta o l’impunibilità dal reato commesso.
Ora, auguriamoci di non di vivere mai un contesto criminale del genere. Tuttavia si può invitare lo stesso il lettore ad un’utile riflessione: come si potrebbe reagire, con condotta determinante, ad una rapina e limitare il rischio di subire danni fisici? Certo, per poter concretamente avere probabilità di frenare l’offesa bisognerebbe non farsi cogliere del tutto impreparati.
Ora, facendo ricorso ai suggerimenti degli studiosi di criminologia, proviamo ad indicare qualche semplice consiglio, utile per contenere al minimo i danni dell’azione criminale. Tali consigli potrebbero risultare proficui non solo per limitare il danno ma anche per facilitare l’azione successiva degli inquirente nell’individuazione e cattura dell’aggressore.
I criminologi, in caso di rapina, propongono alla vittima di non reagire in maniera aggressiva, di non provare a fuggire, di tentare di rallentare l’azione del criminale. Esibirsi disponibili e accogliere le condizioni o richieste del soggetto. Cercare di serbare il controllo sui propri stati emotivi. Evitare di piangere o gridare in quanto sarebbero comportamenti che stimolerebbero la brutalità dell’aggressore. Potrebbe risultare utile comunicare con il criminale attraverso un tono di voce pacato, scandendo bene le parole.
Pare che l’anzidetta tecnica può rivelarsi il miglior modo per frenare l’uso di violenza fisica in quanto abbasserebbe le difese razionali dell’aggressore.
E’ consigliabile non guardare con insistenza il volto del delinquente in quanto potrebbe essere recepito come atto di sfida e potrebbe provocare un’escalation di violenza.
Focalizzarsi, piuttosto, su elementi utili tra cui i capi di abbigliamento indossati dal criminale, sulla presenza di suoi tratti somatici, su accenti particolati, tic nervosi, nazionalità e/o gruppo etnico di appartenenza, direzione verso cui il soggetto si allontana dopo aver lasciato la scena del crimine ed eventuali mezzi utilizzati per la fuga.
Quando il malvivente ha lasciato la scena del crimine è fondamentale restare sul posto fino all’arrivo della Polizia. Non toccare nulla per non compromettere la ricerca di tracce da parte delle figure professionali specializzati nel sopralluogo tecnico. Infine, evitare di camminare sui luoghi interessati dalla presenza del criminale con particolare riferimento alle vie d’accesso e di fuga.