Quando la paura di innamorarsi diventa una patologia chiamata "Filofobia"
di: Dott.ssa Fabrizia Modica - del 2018-08-14
Il termine filofobia deriva dal greco Philofobia da “philos” (amore) e “fobia” (fobia). Il termine suggerisce quindi già la sua definizione ovvero la paura di innamorarsi o di iniziare una relazione. Quando ci si innamora, si viene sopraffatti da una serie di emozioni e di sintomatologie che per lo più vengono sperimentate come piacevoli.
Cosa accade nel soggetto filofobico?
Il soggetto filofobico vive l’amore come un nemico da combattere, questo perché le sensazioni sperimentate nel processo di innamoramento provocano in lui la paura della perdita del controllo e quindi la sensazione è quella di sentirsi sopraffatto e schiacciato da questo mix di emozioni e sentimenti. Come possiamo riconoscere un soggetto filofobico? Di norma chi presenta questa patologia, appena avverte che la relazione sta diventando più stabile comincia a tirarsi indietro. Non risponde a messaggi o chiamate, evita ogni tipo di incontro e cerca di proteggersi da ciò che viene da lui vissuto come un problema. Diversi sono i sintomi che potrebbero scatenarsi nel soggetto filofobico: sudorazione, ansia, insonnia, tachicardia, attacchi di panico ecc.
Quali sono le cause all’origine della patologia?
Gli psicologi attribuiscono l’insorgenza dei sintomi a traumi infantili ma non solo. Il soggetto filofobico potrebbe avere sperimentato anaffetività genitoriale o peggio ancora un totale rifiuto.
Oppure diverse delusioni amorose potrebbero avere creato una grandissima difficoltà nell’instaurare un rapporto di fiducia con il proprio partner. È possibile guarire? Il primo passo verso la guarigione è quello di riconoscere e accettare l’esistenza della patologia. Con l’aiuto di uno specialista, il filofobico potrà individuare la radice del problema e combatterlo (anche per sempre).
E chi gli sta accanto?
Il partner dovrà con tanto impegno sostenere il soggetto filofobico. Occorre grande pazienza e costanza e a piccoli passi si potrebbe aiutare il proprio compagno a fidarsi e lasciarsi andare senza pretendere però risultati immediati.
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