Partanna piange il piccolo Marco. Quei pali che da tempo dovevamo essere sostituiti. Partite le indagini
di: Francesca Capizzi - del 2018-08-18

Un bambino di sette anni muore pressato da un pesante palo in ferro che si è incastrato tra il seggiolino e il corpo del piccolo. Il palo gli ha spezzato il femore in due e intaccato fegato e polmoni. Trasportato d’urgenza in elisoccorso al Civico di Palermo è morto durante l’intervento.

La palizzata in ferro è ora al centro dell’indagine e i Carabinieri hanno provveduto al sequestro su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca.
Un ferragosto felice, una famiglia in vacanza in Sicilia che aveva deciso di trascorrere la giornata al mare nella località balneare di Menfi a Lido Fiori, finito in tragedia. Una Ford con alla guida dei palermitani non si è fermata allo Stop, mentre la Nissan Qashqai guidata dal papà del piccolo sfortunato, aveva la precedenza.

Qualcosa è andato storto e la Nissan si è schiantata contro una barriera di vecchi pali in ferro utilizzati come recinzione di un piccolo ponticello dove sotto scorre il “Ruscello Mandrarossa”. Pali che fanno “discutere” i residenti della zona e chi ogni giorno percorre quella strada per andare al mare o in campagna. “Obsoleti - dicono in molti - da anni dovevano essere sostituiti con dei guardrail. Si poteva evitare la tragedia”.
E anche sui social c’è chi scrive che la provincia o il comune devono chiarire per capire chi doveva provvedere alla manutenzione dell’area. La strada è provinciale ed è la Sp 50. La morte di Marco Castelli porta a 14 il numero delle vittime di questo tragico agosto.
Sul luogo dell’incidente sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della stazioni di Menfi, tre ambulanze, due arrivate da Menfi e una da Sciacca, proprio quest’ultima ha intubato il bambino e provato a praticare il massaggio cardiaco.
Il piccolo era ancora in vita, ma in coma, quando è arrivato l’elisoccorso per trasportarlo all’ospedale Civico di Palermo, dove per tutta la notte i medici hanno cercato di salvarlo. Le emorragie interne erano troppo profonde e Marco si è spento intorno alle tre.
Non si danno pace i genitori, Gualtiero e Antonella. Marco era figlio unico e a settembre avrebbe frequentato la seconda elementare nella scuola di Turate, in provincia di Como. Il padre è di Como mentre la madre Antonella Lombardo è di Partanna. La coppia che era nella Ford aveva dietro due bambini piccoli, tutti miracolosamente illesi.
Mercoledi, sul luogo dell’incidente, piangevano a dirotto e cercavano di spiegare ai genitori del piccolo che lo “Stop” era oscurato dagli alberi e quindi non si sarebbero accorti nemmeno dell’incrocio. Il feretro del piccolo Marco è arrivato da Palermo a Partanna, dove nella casa della madre in via Pietro Battaglia, sono accorsi, amici, parenti e tutta la cittadinanza per dare l'ultimo saluto al piccolo disteso su una bara bianca. Tanti i preti a supportare la famiglia e vari medici che si sono alternati a causa dei parecchi malori che hanno colpito la madre e più volte il papà di Marco.
Il sinistro stradale è avvenuto intorno alle 18,45. Antonella, Gualtiero e Marco avevano trascorso l’intera giornata al mare insieme agli zii e cugini di Partanna che hanno assistito all’incidente. Una tragica fatalità visto che il piccolo Marco, ogni tanto, quando venivano a Menfi, al mare, era solito salire in auto con lo zio, ( fratello della mamma) insieme alla zia e i suoi cugini, proprio quel pomeriggio invece ha deciso di salire nel seggiolino della sua macchina e allacciare la cintura di sicurezza.
Dopo il tragico impatto, amici e soccorritori hanno subito tagliato la cintura di sicurezza e spostato con forza il palo in ferro per poter prendere il piccolo e poggiarlo a terra dove ancora ci sono segni evidenti di siringhe, tubi, guanti e tanto materiale utilizzato dai soccorritori.
L’elisoccorso per venire incontro alla evidente urgenza, è riuscito ad atterrare proprio in uno spiazzale in via degli Oleandri, nei pressi del tragico impatto. Il sindaco di Menfi Marilena Maceri ha dichiarato che quella strada non è comunale e che quindi non è competenza sua ma della provincia.
Il commissario del Libero Consorzio di Agrigento, Alberto Di Pisa vuole vederci chiaro: “Valuteremo con la polizia provinciale se è di competenza nostra o se è anche competenza del comune. La strada è provinciale ma c’è anche una parte di competenza comunale. A breve verranno fatti gli appositi rilievi per capire quei pali in ferro da chi sono stati messi, perché non si è provveduto alla manutenzione, di chi è la competenza e tanto altro.
Prima di allora non potrò pronunciarmi. In merito a ciò che ha dichiarato l’assessore alle infrastrutture Marco Falcone non è assolutamente vero - continua a spiegare Di Pisa - Noi non riusciamo a spendere i soldi per carenza di tecnici? Sciocchezze. Il settore tecnico nostro è più che completo. La provincia di Agrigento è la prima in Sicilia per i progetti di manutenzione delle strade e abbiamo parecchi contratti firmati. Ma non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate. Se la regione, caro Falcone, non approva i bilanci, in automatico noi non possiamo stabilire le somme da spendere. Per cui dobbiamo attendere”.
Ieri per l’intera giornata e anche nella serata, Partanna ha vissutto il lutto cittadino, sono stati sospesi gli spettacoli previsti per la sera nell’ambito di “Artemusicultura”. A farlo sapere è il sindaco Nicola Catania. “Siamo addolorati per questa anima bianca - ha detto il primo cittadino - a nome mio e di tutta l’amministrazione comunale. Il lutto cittadino è il minimo che si possa fare dinanzi a questa immane tragedia che ha colpito nel profondo i nostri cuori. Siamo sconvolti e vicini alla famiglia”.
Il feretro del piccolo Marco, è stato ieri accompagnato alla chiesa Del Carmelo dove a mezzogiorno si è tenuto il funerale officiato dall’arciprete Antonino Gucciardi. Nel pomeriggio è partito alla volta di Milano dove è stato poi trasferito in provincia di Como, dove ad attenderlo c'erano le maestre e i suoi compagni di scuola. Giovedì sera, intanto, sono arrivati i nonni paterni da Milano e qualche parente del nord.
FRANCESCA CAPIZZI per il Giornale di Sicilia