La nota giornalista televisiva Anna Migotto ieri in visita a Castelvetrano
del 2018-07-18
Ieri, 17 luglio 2018, Castelvetrano ha ospitato la nota giornalista televisiva Anna Migotto. Collaboratrice, fra gli altri, di Toni Capuozzo, con il quale ha curato il programma di approfondimento con reportage ricchi d’inchieste, testimonianze e interviste di grande attualità, “Terra”, trasmesso su “Rete 4” da Mediaset, si è occupata anche di criminalità organizzata e di mafia.
Inviata speciale nella guerra in Afghanistan, Jugoslavia, Iraq, nord Africa, Kosovo, Ruanda e Siria, sono risultati di grande attualità i suoi reportage sulla violenza alle donne, sull’inquinamento ambientale e sulle ecomafie.
Per il suo alto impegno professionale e umano, ha ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti giornalistici, come quello “Ilaria Alpi” per il miglior reportage italiano, nel 2008, e quello nel 2011, ancora “Alpi”, premio della critica per il reportage “Le perseguitate”.
Attualmente, in collaborazione con la collega Didi Gnocchi e la figlia del grande regista Francesco Rosi, Carolina, famosa attrice, sta preparando un film documentario sulla vita di Rosi, scomparso nel 2015.
Attraverso le immagini più note dei suoi film, da uno dei primi, “Salvatore Giuliano” del 1962, vero “cult” della filmografia italiana, all’ultimo “La trega” del 1997, sta cercando di ricostruire tutto il percorso di vita artistico del maestro Rosi.
Ad accompagnare la sua visita nella nostra città è stato Gigi Simanella, gran conoscitore dei fatti su Giuliano, contattato dalla stessa giornalista per delle informazioni a lei utili. Gigi si è occupato del film di Rosi nel suo libro d’esordio “Salvatore Giuliano, morto…o vivo? Un uomo bandito dallo Stato, strumentalizzato dalla politica, annientato dalla mafia”.
Le notizie riportate nel libro sono risultate utilissime per una ricostruzione il più fedele possibile alla realtà. Oltretutto Simanella ha fornito alla Migotto elementi assolutamente inediti del periodo in cui Rosi è stato ospite a Castelvetrano per girare alcune scene del suo famoso film.
La giornalista non ha dimostrato molto entusiasmo quando si è trovata di fronte al luogo dove Giuliano è stato trovato morto, cioè all’interno del cortile Di Maria. In effetti, lo stesso non contiene più elementi interessanti di ricostruzione storica: non esiste più l’arco moresco, fatto riedificare apposta da Rosi, dopo ch’era stato distrutto dai bombardamenti del conflitto mondiale del ‘43/’45; non esiste alcun riferimento né ai fatti cruenti di quella tragica notte né tantomeno alle scene del film di Rosi (soltanto un paio di piccole foto su un cartellone pubblicitario).
Oltre a Gigi e gli attuali proprietari di casa Di Maria, i fratelli dott. Emanuele e dott. Dario Errante, che si sono messi a disposizione permettendo di girare alcune scene all’interno del cortile e alla casa, si sono rammaricati per il fatto che quel luogo non sia sufficientemente pubblicizzato, considerando anche le numerosissime visite dei vacanzieri che passano da Castelvetrano e chiedono del posto in cui è stato ucciso Giuliano.
Simanella ha raccontato alla regista la sua personale esperienza di quando, ragazzino di otto anni (il film fu girato da Rosi nel 1962, a dodici anni dai tragici accadimenti), si trovò a passare davanti al cortile Di Maria in groppa alla bicicletta insieme al proprio padre. Incuriosito delle capannelle che s’erano formate davanti al cortile, scesero dalla bici e Gigi sgattaiolò subito in mezzo le gambe della gente per vedere più da vicino cosa guardassero.
Quando vide il corpo d’un morto, steso a terra e pieno di sangue, si spaventò e corse dal padre. Questi, che nel frattempo aveva capito di che cosa si trattasse, spiegò al figlio che quel morto non lo era per davvero, ma faceva solo finta, e che anche il sangue non era reale, ma soltanto della vernice rossa utilizzata dai registi per filmare quel tipo di scene, come quella dell’uccisione del bandito più famoso del mondo: Salvatore Giuliano.Gigi non dimenticherà più quella scena rivelatasi, poi, propedeutica alla sua personale esperienza sul caso Giuliano.
La visita è, poi, proseguita al cimitero, dove la regista e il suo telecameramen personale hanno potuto filmare gli stessi luoghi utilizzati da Rosi per le scene in cui il feretro di Giuliano raggiunge il cimitero. Hanno avuto la possibilità, sempre grazie a Gigi, di filmare la balaustra all’interno del vecchio obitorio, oramai fatiscente e da anni in disuso, che ha ospitato il cadavere, o presunto tale, di Giuliano per l’autopsia, allora effettuata dal dott. Ideale Del Carpio.
Gigi li anche voluti accompagnare dal suo vecchio amico Gregorio Di Maria, il famoso “avvocaticchio” che ospitò in casa sua Giuliano fino al giorno della morte di quest’ultimo. Di Maria è morto nell’anno 2010 e in punto di morte ha rivelato che le tesi di Simanella erano esatte, cioè che quel cadavere ammazzato all’interno di casa Di Maria non era per nulla quello di Salvatore Giuliano.
Gigi, essendo anche un bravo compositore, già presente con sue musiche in altri importanti film documentario, ha fatto ascoltare alla Migotto alcune sue composizioni inedite, che saranno vagliate da Carolina Rosi per, eventualmente, essere utilizzate come colonna sonora del film sul padre.
Anna Migotto ha ringraziato Gigi per la sua fattiva collaborazione e gli ha promesso che sarebbe tornata presto a Castelvetrano per una collaborazione sul tema: Castelvetrano è solo mafia….o c’è di più?