Gibellina, "la piscina comunale abbandonata a se stessa. Sarebbe volano per economia". L'appello del Consigliere Tarantolo
di: Comunicato Stampa - del 2018-10-05
La struttura ormai chiusa da oltre sei anni rischia di non poter più essere fruibile, una ristrutturazione ordinaria non basterebbe, per ridare alla collettività un servizio non solo sportivo e sociale, ma anche economico per il territorio.
Il movimento civico "cambiamo volto al territorio" si è già attivato ai vari livelli per far sì che la struttura ritorni ad essere fruibile. Nell'agosto del 2012 la struttura venne chiusa su decisione dell'allora Amministrazione Provinciale in carica, di li a poco le Province vennero Commissariate, e cosi anche la Provincia di Trapani.
"Il punto cardine della questione –afferma il Consigliere comunale di Gibellina Salvatore Tarantolo- è, che la struttura non venne chiusa perchè non funzionante o perchè aveva un bilancio in perdita, ma il problema era la megaservice e cioe la società partecipata della Provincia, che gestiva fra l'altro anche la piscina.
La megaservice nata per gestire alcune strutture della Provincia stessa, dando lavoro a più di 80 persone, col tempo divenne un carrozzone politico, destinato al capolinea, e con esso anche la piscina. All’ epoca – continua Tarantolo- già Consigliere comunale e Presidente del Consiglio dell'Unione dei comuni della Valle del Belìce, avviammo una vera e propria battaglia per la riapertura della struttura, dopo aver convocato un consiglio dell'Unione dei comuni della Valle del Belìce aperto, alla presenza dei Sindaci dell'Unione.
Si dette l'avvio, con l'aiuto volontario di chi quella piscina la frequentava o ci lavorava, alla petizione per la riapertura della struttura, quella petizione fu firmata da più di mille persone, la petizione fu consegnata in una riunione, da me e da una rappresentanza degli utenti e dei dipendenti della struttura, al Commissario in carica della Provincia di Trapani, da quell'incontro con il Commissario dell'epoca si decise di dare in gestione la struttura ai cinque comuni dell'Unione e cioè, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Salaparuta e Poggioreale.
Quella decisione però non fu mai attuata, per volonta politica. Da allora la struttura venne abbandonata a se stessa. - afferma Tarantolo- La crescita di un territorio dal punto di vista economico e sociale, passa anche dalla socialità, che una struttura sportiva di quella portata, parliamo di una piscina semi olimpionica, genera in un territorio data l'affluenza di utenti che la struttura stessa portava.
Tutte le città limitrofe usufruivano della struttura per non parlare delle scuole e delle varie associazioni, la riapertura della struttura non sarebbe un fatto prettamente sociale e sportivo, ma servirebbe da volano per la crescita di un territorio".