Castelvetrano e i suoi monumenti scomparsi
di: Enzo Napoli - del 2019-01-24
In foto: via ruggero settimo
Castelvetrano, fino all’immediato dopoguerra, conservava ancora la vecchia fisionomia che aveva nell’Ottocento. Strade, cortili, palazzi, monumenti vari si erano conservati nella loro integrità ed offrivano prospettive e scorci davvero suggestivi. Incominciando dall’inizio degli anni Cinquanta sino ad arrivare ai nostri giorni si sono verificati numerose manomissioni e soprattutto demolizioni che hanno stravolto l’aspetto di tanti angoli del centro storico.
Vogliamo qui ricordare, accompagnati da foto, alcuni di questi scorci e di questi monumenti, per portarli a conoscenza dei giovani che non li hanno mai visti, e per rispolverare la memoria degli anziani ai quali farà piacere rivederli. Il primo scorcio che presentiamo è quello del complesso del Monastero dell’Annunziata. Esso assieme alla chiesa settecentesca faceva da sfondo alla via Ruggero Settimo. Comprendeva Il portale della chiesa trecentesca di San Gandolfo, il campanile e la chiesa cinquecentesca trasformata poi in parlatorio. Il portale della chiesa era a doppia ghiera con stemma centrale e fu costruito intorno al 1345; si trovava in corrispondenza dell’ingresso dell’attuale scuola elementare Ruggero Settimo.
Era il più antico ed elegante portale di Castelvetrano, ed aveva avuto la funzione prima di ingresso della chiesa, poi del monastero. Esso fu demolito nei primissimi anni Cinquanta del secolo scorso per la costruzione del nuovo edificio scolastico.
Pare che i pezzi che lo componeva siano stati conservati in depositi del Comune, ma secondo alcuni furono sotterrati nell’area antistante l’attuale chiesa. Altra zona della città completamente stravolta è quella compresa tra la Piazza D. Siculo e la via Cernaia dove si trovava il Convento di Santa Teresa, eretto nel 1660. Questo era attraversabile tramite una galleria simile a quella della piazza Carlo D’Aragona.
Visto da tutti e due i lati, assieme alla chiesa, costituivano un luogo davvero suggestivo. Entrambi furono leggermente danneggiati dal terremoto del 1968; erano recuperabili ma intorno ai primi anni settanta il convento fu demolito senza lasciare alcuna traccia, mentre della chiesa si è conservato quel che attualmente vediamo.
Nel fondo del viale Roma si trovava la Cappella del Calvario costruita nel 1836, con un abbeveratoio antistante. Anche questo fu demolito nel 1954 (delibera del 29 marzo) per far posto all’attuale rifornimento di benzina, allora AGIP. Anche i questo caso i pezzi furono conservati per una eventuale ricostruzione da effettuarsi a spese dell’Agip, ma sta di fatto che durante le fasi di ricostruzione avvenuta nel 2001-2002 fu ricostruito completamente ex nuovo, tranne le croci in ferro che sono originali. Il Parco delle Rimembranze ha questo nome perché era dedicato ai caduti della prima Guerra Mondiale.
Ogni albero conteneva una targhetta col nome di un caduto in guerra. Il punto focale dell’impianto del parco era il luogo in cui oggi vediamo la vasca. Nel luogo corrispondente al centro della vasca, circondato da una aiuola rotonda, si trovava un monumento, eretto tra il 1929-30, costituito da un obelisco in pietra con la scritta, da un lato, Vittorio Veneto.
Sempre nei primi anni cinquanta anche questo fu demolito per far posto ad una scialba vasca. Per finire evidenziamo un palazzo che ancora non è del tutto scomparso, ma visto lo stato in cui si trova (e visto che ogni tanto ne viene giù qualche pezzo) probabilmente tra pochi anni scomparirà. Si tratta del Palazzo Signorelli che si trova in fondo alla via XXIV Maggio.
E’ in stlile libety, contornato in tutte le sue parti da pannelli di cotto di Caltagirone eseguiti dalla ditta di Enrico Vella. Era stato costruito all’inizio del secolo scorso da Bartolomeo Signorelli di cui possiamo ancora vedere le iniziali ai lati del portale d’ingresso assieme a quelle della moglie Dorotea Barbera.