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Gibellina, insegnante assolta dall'accusa di appropriazione indebita in danno di una zia. Decade l'accusa

di: Elio Indelicato - del 2019-02-16

Immagine articolo: Gibellina, insegnante assolta dall'accusa di appropriazione indebita in danno di una zia. Decade l'accusa

(ph. Foto: gazzettadellavoro.com)

Assolta in appello la professoressa gibellinese condannata dal Tribunale di Sciacca per appropriazione indebita aggravata e continuata in danno di una parente. Lo scorso 12 febbraio la Corte di Appello di Palermo ha assolto, con la più ampia formula liberatoria la stessa Rosaria Balsamo, detta Rosanna, ritenuta responsabile dalla Procura della Repubblica di Sciacca di essersi appropriata, approfittando dell’età e del rapporto di fiducia, di denaro e gioielli di proprietà della zia alla quale prestava assistenza nell’anno 2014 in Gibellina.

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  • La docente, molto nota nella sua comunità, era stata condannata dal Tribunale di Sciacca ma a seguito dell’appello proposto dal difensore sono caduti i reati di cui doveva rispondere. La stessa docente secondo i capi d’imputazione abusando delle relazioni domestiche, di parentela e comunque di fiducia per procurasi un ingiusto profitto, si era appropriata di 49.000 euro e di alcuni monili in ora. La stessa era stata condannata a quattro mesi di reclusione, a 400 euro di multa oltre spese di giustizia.

    Una sentenza che aveva sconvolto l’insegnante. Una causa iniziata il 3 luglio del 2014 con la presentazione di una querela della zia che Lei accudiva, magari probabilmente “sussurrata“ da qualche altro parente dell’anziana. Quest’ultima aveva, anche su sollecitazione pare del consorte, affidato all’insegnate la gestione dei suoi risparmi delegando alla stessa la movimentazione nei due libretti di risparmio per la fiducia appunto che l’insegnante aveva avuto.

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  • La stessa anziana aveva anche dichiarato nel processo di primo grado che aveva spontaneamente consegnato alla nipote alcuni monili d’oro affinchè li custodisse, per paura di essere derubata e che con la nipote avevano un libretto cointestato sul quale potevano operare disgiuntamente. Era emerso nel corso di causa che le condizioni di salute di  A.P., (queste le iniziali) erano buone ed era in grado di intendere e di volere. Tutti i passaggi di denaro da un conto ad un altro e le spese di assistenza per l’anziana fatte da Rosaria Balsamo nonostante fosse stato dimostrato, che prelievi per complessivi 30.000 euro, erano stati effettuati su richiesta dell’anziana per trasferire tale somma su un altro libretto di deposito cointestato, non avevano evitato la condanna a Rosaria Balsamo.

    L’avvocato Mattozzi si dice soddisfatto dell’esito del processo: “la mia assistita era assolutamente estranea ai fatti di reato addebitateli cosi come provato nel corso dell’istruttoria di primo grado all’esito dei controinterrogatori dei testimoni dell’accusa, nonché dalle dichiarazioni dei testi di difesa. Nonostante ciò, in primo grado è stata raggiunta da una sentenza di condanna contraddittoria che ha disatteso integralmente le risultanze processuali. L’appello, le cui argomentazioni sono state condivise dalla Corte, ha messo in evidenza le macroscopiche illogicità della sentenza di condanna; la conseguente riforma della sentenza con l’assoluzione, ha reso giustizia alla mia assistita restituendole la specchiata onorabilità che l’ha sempre caratterizzata.”

     

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